il mistero delle sette stelle che hai visto nella mia destra
e quello dei sette candelabri d'oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese,
e i sette candelabri che hai visto sono le sette chiese.
Apocalisse 1:20
John Wesley
Anni di vita: 28 giugno 1703 – 2 marzo 1791
Il messaggero per questa epoca fu senza dubbio Giovanni Wesley. Giovanni Wesley nacque a Epworth, il 17 Giugno del 1703, ed era uno dei diciannove figli che nacquero a Samuele e Susanna Wesley. Suo padre era un cappellano nella Chiesa d'Inghilterra; però è ben chiaro che la svolta religiosa nella mente di Giovanni, si basò piú sulla vita esemplare di sua madre che sulla teologia di suo padre. Giovanni fu un brillante studente. Fu mentre era a Oxford che egli e suo fratello Carlo divennero parte di un gruppo, il quale si esercitava nell'adorazione spirituale sulla base di una esperienza vivente, piuttosto che fare della dottrina il loro modello. Essi stabilirono una linea spirituale di opere, quali: dare ai poveri, visitare gli ammalati ed i prigionieri. Fu per questo che vennero chiamati Metodisti, e con altri titoli derisori. Or Giovanni fu talmente preso dalla sua visione della necessità della religione per la gente del mondo, che egli andò in America (Georgia) come missionario fra gli Indiani. Durante il suo viaggio, egli scoprí che molti passeggeri della nave erano Moravi. Egli fu profondamente colpito dalla loro mansuetudine, pace, e dal loro coraggio in ogni circostanza. Le sue fatiche in Georgia, nonostante la rinuncia di se stesso e il duro lavoro, furono un fallimento. Egli ritornò in Inghilterra gridando: "Io andai in America per convertire gli Indiani, ma, oh! chi convertirà me?".
Ritornato a Londra, egli incontrò di nuovo i Moravi. Fu Pietro Boehler che gli mostrò la via della salvezza. Egli nacque veramente di nuovo, causando molta costernazione e rabbia in suo fratello Carlo, il quale non riusciva a comprendere come un tale uomo spirituale, quale Giovanni, potesse dire che prima egli non era in ordine con Dio. Comunque, non passò molto tempo che anche Carlo fu salvato tramite la grazia.
Wesley ora cominciò a predicare il Vangelo in quei pulpiti di Londra nei quali precedentemente egli aveva accesso; ma presto essi lo cacciarono fuori. Fu in quel momento che il suo vecchio amico, Giorgio Whitefield, lo sostenne, dato che egli invitò Giovanni a venire ed aiutarlo a predicare nei prati, ove migliaia ascoltavano la Parola. Dapprima Wesley era incredulo per il fatto che egli doveva predicare all'aperto, anziché in un edificio; ma quando egli vide le folle e vide l'opera del Vangelo nella potenza dello Spirito, allora egli si volse con tutto il cuore a questo genere di predicazione.
Presto l'opera prese una tale proporzione tanto che egli cominciò a mandare fuori numerosi laici per predicare la Parola. Questo sembrò come un parallelo della Pentecoste, ove lo Spirito suscitò uomini con potenza per predicare ed insegnare la Parola quasi per tutta la notte.
Contro questa opera vi fu una violenta opposizione, ma Dio fu con lui. L'operare dello Spirito si manifestava potentemente, e spesso uno spirito di colpevolezza afferrava la gente tanto da togliere loro la forza, sí che essi cadevano a terra piangendo sui loro peccati con grande angoscia.
Wesley fu un uomo considerevolmente forte. Di se stesso egli disse che, sin dalla sua nascita, non si ricordava d'essersi mai sentito giú di spirito anche per un sol quarto d'ora. Egli non dormiva piú di sei ore al giorno; si alzava in tempo per iniziare a predicare alle cinque, questo praticamente ogni giorno del suo ministero; predicando per quattro volte in un sol giorno, cosí in un anno egli predicava circa piú di ottocento sermoni.
Egli viaggiò per molte migliaia di chilometri; cosí fecero pure i suoi cavalieri di turno, i quali portavano il Vangelo vicino e lontano. Infatti, Wesley, percorse a cavallo circa 7200 chilometri all'anno.
Egli era un credente nella potenza di Dio e pregò per gli ammalati con grande fede e meravigliosi risultati.
Molte delle sue riunioni videro la manifestazione dei doni Spirituali.
Wesley non era favorevole all'organizzazione. I suoi associati avevano una "Società Unita", la quale era: "Una compagnia di uomini avente per formula la ricerca della potenza della pietà, uniti in modo da poter pregare insieme, per ricevere la Parola di esortazione e per prendersi cura l'un l'altro nell'amore, onde potersi aiutare gli uni gli altri e compiere cosí la loro salvezza". La sola condizione, per coloro che entravano, era che essi dovevano essere di coloro "che desideravano fuggire dall'ira a venire, per essere salvati dai loro peccati". Man mano che il tempo passava, essi stilarono una rigida lista di regolamenti da usare per la disciplina di se stessi e per il bene delle loro anime. Wesley intravide che dopo la sua morte il movimento si sarebbe organizzato e lo Spirito di Dio li avrebbe lasciati nel formalismo mortale. Una volta egli fece notare che non temeva che il nome Metodista avrebbe lasciato la terra, bensí che lo Spirito avrebbe potuto prendere il Suo volo.
Durante la sua vita, egli avrebbe potuto accumulare enormi ricchezze, ma non lo fece. Il suo detto preferito su questo soggetto dei soldi, era: "Guadagna tutto quello che puoi; risparmia tutto quello che puoi; e dai tutto quello che puoi". Come sarebbe strano per Wesley, se egli ritornasse e vedesse la denominazione che oggi porta il nome di Metodista! Essi sono ricchi--enormemente ricchi. Ma la vita e la potenza di Giovanni Wesley, mancano!
È pure doveroso menzionare che Wesley non desiderò mai di edificare un'opera su basi denominazionali o settarie. Sebbene nel suo credo egli fosse un Arminiano, egli ugualmente non volle separarsi dai fratelli a motivo della dottrina. Egli fu un buon candidato di Giacomo; egli basò la sua vita eterna sulla fede e le opere, o nel modo di vivere la vita, piuttosto che sulla semplice accettazione di un credo o punto dottrinale.
Giovanni Wesley morí all'età di ottantotto anni, dopo aver servito Dio come b en pochi uomini oserebbero perfino solo pensare.
"TRATTO DAL LIBRO: UNA ESPOSIZIONE DELLE SETTE EPOCHE DELLA CHIESA"