il mistero delle sette stelle che hai visto nella mia destra
e quello dei sette candelabri d'oro. Le sette stelle sono gli angeli delle sette chiese,
e i sette candelabri che hai visto sono le sette chiese.
Apocalisse 1:20
San Martino
Figlio di un ufficiale romano, fu arruolato a 15 anni nella guardia imperiale a cavallo; ad Amiens, intorno al 337, ricevette il battesimo e poco dopo abbandonò la milizia. Nel 371 fu a voce di popolo eletto vescovo di Tours. per 26 anni svolse un'azione apostolica. Il suo amico Sulpizio Severo, scrisse una breve biografia su Martino, nella quale racconta i miracoli successi nella vita del santo. Nel nome del Signore Gesù Cristo lui scacciava i demoni, guariva, risuscitava i morti, profetizzava ecc. Lui diede tutti i suoi bene ai poveri e tramite la predica
invocava le persone a credere in Cristo.
Anni di vita: ca. 316 o 317 – 8 novembre 397
Servendoci della nostra regola dataci da Dio per la scelta del messaggero di ciascuna epoca, cioé, la scelta di colui il cui ministero si avvicinò di piú a quello del primo messaggero, Paolo; noi dichiariamo senza esitazione che il messaggero di Pergamo è Martino. Martino nacque in Ungheria nel 315. Però, la sua attività si svolse in Francia ove, quale vescovo, egli operò in Tours e dintorni. Egli morí nel 399. Questo grande santo fu lo zio di un altro meraviglioso Cristiano; San Patrizio d'Irlanda.
Martino si convertí a Cristo mentre seguiva la carriera militare. Fu proprio quando era ingaggiato in questa attività che ebbe luogo un grande miracolo. Si racconta che un mendicante giaceva ammalato nelle strade della città dove Martino si trovava di stanza. Il freddo invernale era piú rigido di quanto quel poveretto potesse sopportare, dato che egli era poveramente vestito. Nessuno aveva prestato attenzione alle sue necessità, finquando Martino non passò per la sua strada. Vedendo la condizione di questo povero uomo e non avendo un secondo mantello da dargli, egli si tolse il mantello, con la spada lo tagliò in due, ed avvolse la stoffa intorno all'uomo intirizzito dal freddo. Si occupò di lui il meglio che poté, poi continuò per la sua strada. Quella notte, il Signore Gesú gli apparve in una visione. Egli stava lí, come un mendicante, avvolto con la metà del mantello di Martino. Egli gli parlò dicendo: "Martino, sebbene tu sia soltanto un catecumeno, tu Mi hai avvolto con questo mantello". Da quel momento in poi, Martino cercò di servire il Signore con tutto il suo cuore. La sua vita divenne una serie di miracoli, manifestando cosí la potenza di Dio.
Dopo aver lasciato l'esercito ed essendo divenuto un responsabile nella chiesa, egli prese una chiara posizione contro l'idolatria. Egli tagliò i boschi, frantumò le statue e tirò giú gli altari. Quando dai pagani gli fu chiesto il perché di questi suoi atti, egli li sfidò quasi nel medesimo modo in cui fece Elia coi profeti di Baal. Egli si offrí per essere legato ad un albero inclinato, cosicché quando lo tagliavano esso l'avrebbe schiacciato a meno che Dio non fosse intervenuto per far cadere l'albero dall'altra parte. Quegli astuti pagani lo legarono allora ad un albero che cresceva sul fianco di una collina, sicuri che il naturale peso di gravità avrebbe fatto cadere l'albero, e cosí l'avrebbe schiacciato. Ma proprio mentre l'albero cominciava a cadere, Dio lo fece oscillare verso l'alto della collina, contrariamente a tutte le leggi della natura. Alcuni di quei fuggitivi pagani vennero schiacciati dall'albero che cadde su di loro.
Gli storici riconoscono che, almeno in tre occasioni, egli risuscitò dei morti tramite la fede nel Nome di Gesú. In una circostanza egli pregò per un bimbo morto. Come Eliseo, egli distese se stesso sopra il bambino, e pregò. Il piccino ritornò in vita ed in salute. In un'altra occasione, egli fu chiamato per aiutare a liberare un fratello che, durante un periodo di grande persecuzione, veniva portato via per essere ucciso. Quando egli arrivò sul luogo, quel povero uomo era già morto. Essi lo avevano impiccato ad un albero. Il suo corpo era ormai senza vita ed i suoi occhi erano usciti dalle orbite. Ma Martino lo tirò giú e, dopo che ebbe pregato, l'uomo fu riportato in vita e ritornò alla sua gioiosa famiglia.
Martino non temette mai il nemico, indipendentemente da chi esso fosse. Cosí, egli andò ad affrontare personalmente un malvagio imperatore il quale era responsabile della morte di molti santi ripieni di Spirito. L'imperatore non volle concedergli un'udienza, allora Martino andò a trovare un amico dell'imperatore, un certo Damasus, che era un crudele vescovo di Roma. Ma siccome il vescovo era un Cristiano nominale, della falsa vite, non volle intercedere. Martino allora ritornò al palazzo, ma ora i cancelli erano già stati chiusi ed essi non gli permisero di entrare. Egli si gettò con la faccia a terra davanti al Signore e pregò affinché egli potesse entrare nel palazzo. Egli udí una voce che gli diceva di alzarsi. Quando lo fece, egli vide che i cancelli si aprivano da se stessi. Egli andò dentro la corte. Ma quell'arrogante imperatore non volle nemmeno girare la testa per parlare con lui. Martino allora pregò di nuovo. Improvvisamente, dalla sedia del trono si sprigionò spontaneamente del fuoco e l'infelice imperatore dovette subito darsela a gambe. Certo, il Signore umilia l'orgoglioso ed esalta l'umile!
Il suo zelo nel servire il Signore era tale che il diavolo ne era fortemente irritato. I nemici della verità assoldarono degli assassini per uccidere Martino. Essi penetrarono furtivamente nella sua abitazione e quando essi furono pronti ad ucciderlo, egli si levò in piedi e porse il suo collo alla spada. Mentre essi si facevano avanti, d'improvviso la potenza di Dio li scaraventò all'indietro nella stanza. Essi erano cosí sopraffatti da quella santa e spaventosa atmosfera che caddero carponi sulle loro mani e ginocchia, implorando perdono per avere attentato alla sua vita.
Molto spesso quando gli uomini sono usati dal Signore in modo speciale, si gonfiano di orgoglio. Ma non fu cosí con Martino! Egli rimase sempre l'umile servitore di Dio. Una sera, allorché stava preparandosi per salire sul pulpito, un mendicante venne nel suo studio e gli chiese qualche indumento. Martino indirizzò il mendicante al suo diacono. Quel rude diacono gli ordinò di andarsene. Allora egli ritornò da Martino. Martino si alzò e dette al mendicante la sua stessa bella mantellina, poi pregò il diacono che gli portasse un'altra mantellina di qualità inferiore. Quando quella sera Martino predicò la Parola, il gregge di Dio vide una soffice luce bianca intorno alla sua persona.
Di certo questi fu un grande uomo, un vero messaggero per quella epoca. Non fu mai desideroso di altro che piacere a Dio; egli visse una vita molto consacrata. Non lo si sarebbe mai potuto indurre a predicare senza che prima egli avesse pregato e fosse in una condizione spirituale, tale da sapere ed annunziare tutto il consiglio di Dio, tramite lo Spirito Santo disceso dal cielo. Spesso egli teneva la gente in attesa, mentre pregava per avere la piena certezza.
La semplice conoscenza riguardo a Martino ed al suo potente ministero, potrebbe far pensare a qualcuno che la persecuzione dei santi si fosse mitigata. Ma non fu cosí! Essi continuavano ad essere distrutti dal diavolo per mezzo dei malvagi. Essi venivano bruciati al palo. Essi venivano inchiodati ai pali con la testa in giú, poi mollavano dei cani selvatici che piombavano loro addosso, tanto che i cani tiravano via la loro carne e gli intestini, lasciando che quelle vittime morissero in quelle terribili torture. Dei neonati venivano strappati da madri incinte e gettati ai maiali. I seni delle donne venivano tagliati via, ed esse erano forzate a stare in piedi, mentre ad ogni battito di cuore il sangue veniva fuori fino a che esse cadevano morte. Ma la tragedia era ancora piú grande quando si realizza il pensiero che ciò non era solo l'opera dei pagani, ma molte volte questo era fatto dai cosiddetti Cristiani, i quali credevano di fare un favore a Dio nello sterminare questi fedeli soldati della croce che si tenevano saldamente alla Parola e all'obbedienza dello Spirito Santo. Giov. 16:2: "Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi l'ora viene che chiunque vi ucciderà penserà di rendere un servizio a Dio". Mat. 24:9: "Allora vi sottoporranno a supplizi, e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti a causa del Mio Nome".
Tramite segni e prodigi, tramite la potenza dello Spirito, Martino fu certamente confermato quale il messaggero per quella epoca. Non solo egli fu dotato di un grande ministero, ma egli stesso rimase sempre fedele alla Parola di Dio. Egli combatté l'organizzazione. Egli si oppose al peccato degli ambienti altolocati. Egli fu un campione della verità in parole e nei fatti, e visse una vita Cristiana pienamente vittoriosa.
Un biografo lo descrisse in questo modo: "Nessuno lo ha mai visto in collera o irritato, né rattristato o ridere. Egli era sempre lo stesso, sembrando come qualcosa al di là del mortale, portando nel suo contegno una sorta di gioia celestiale. Sulle sue labbra non vi era mai altro che Cristo, nel suo cuore non vi era altro che pietà, pace e compassione. Spesso egli piangeva anche per i peccati dei suoi denigratori i quali, quando egli era quieto o assente, lo attaccavano con le loro labbra da vipera e la loro lingua velenosa. Molti lo odiavano a causa delle virtú che essi stessi non possedevano né potevano imitare; e, ahimé! i suoi piú accaniti assalitori erano i vescovi".