Owen Jorgensen

SOPRANNATURALE: La vita di William Branham

Una linea di preghiera lunga otto giorni

Capitolo 33

1946



Per il resto dell’estate e dell’autunno del 1946, William Branham predicò per tutto l’Arkansas senza un’interruzione. Poiché ogni riunione era pubblicizzata sul tabellone d’affissione per la seguente riunione, le folle crebbero sempre più e la linea di preghiera diveniva sempre più lunga ad ogni riunione. Bill proseguiva con difficoltà, ogni sera pregava per gli ammalati fino all’una, due, e qualche volta fino alle tre di mattina. Egli sentì una costrizione che lo spingeva a rifarsi del tempo perduto, riparare in qualche modo l’errore che aveva fatto dieci anni prima, quando Dio l’aveva chiamato ad uscire nella predicazione evangelica e lui aveva rifiutato. Anche se era in superba forma fisica per aver camminato molti anni nei boschi ad ispezionare le linee elettriche ad alta tensione, lo sforzo continuo e la mancanza di sonno, tuttavia richiesero un pesante sforzo al suo corpo. Stava semplicemente logorandosi. 

Sarebbe stato diverso se durante il giorno avesse potuto dormire quanto aveva bisogno per riguadagnare la sua energia, ma raramente ciò accadde. Là, sembrava esserci sempre un bisogno speciale che Bill non poteva rifiutare; come quella volta che Bill stava predicando per il pastore Johnson a Corning, Arkansas. Dopo aver chiuso il servizio alle tre di mattina, Bill crollò nel letto nell’abitazione del pastore, completamente esaurito. Alcune ore più tardi lo squillo del telefono lo fece alzare. Sentì la sig.ra Johnson che diceva, “Non possiamo svegliarlo, signore, l’abbiamo appena portato a letto”. 

Evidentemente la persona dall’altra parte del telefono era insistente. Alla fine Bill uscì fuori nel soggiorno e disse stordito: “Mi permetta di parlargli”. “Salve, fratello Branham il mio nome è Paul Morgan”, disse l’uomo con voce stanca ma decisa. “Io sono l’impiegato provinciale, qui a Walnut Ridge, che è approssimativamente a 70 miglia da dove è lei. Mia figlia di 12 anni sta morendo di polmonite. Vuole per favore venir qui e pregare per lei”?

Il telefono era vicino alla finestra e permetteva a Bill di vedere fuori. Il cielo era nuvoloso. Cadeva una continua pioggerellina su un centinaio di persone accalcate in piccoli gruppi sul prato. Bill sapeva che stavano aspettando di vederlo. “Signor Morgan, sarei felice di venire se potessi, ma, guardi qui, ci sono madri che stanno fuori, aspettandomi perché preghi per i loro bambini. Loro sono state tutta la notte sotto la pioggia. Come posso lasciarle, per venire a pregare per sua figlia”? 

“Lo apprezzo”, disse il sig. Morgan: “Ma quelle madri non hanno bambini che stanno morendo. I migliori specialisti affermano che mia figlia può vivere solamente approssimativamente ancora tre ore. Fratello Branham, è la mia unica figlia. Per favore venga a pregare per lei”.

            Pensando addietro alla morte di sua figlia Sharon Rose, Bill disse: “Sarò lì appena possibile”. 

            Quando interruppe la comunicazione, il pastore Johnson protestò, “Fratello Branham, Lei non può andare laggiù. È mezzo morto”. 

            “Cercherò di dormire sui sedili posteriori”.

            Il reverendo Johnson correva per la strada bagnata a 70 miglia 112,65 km all’ora, mentre Bill sdraiato sui sedili posteriori, agitato, cercava di prender sonno. Non poteva stare comodo. I suoi occhi gli facevano male e la sua testa gli doleva. Sedutosi, Bill posò la testa contro il finestrino. Improvvisamente la sua pelle formicolò e sentì la pressione aumentare sui timpani. Poi vide l’angelo del Signore seduto accanto a lui sul sedile. Di colpo fu completamente sveglio, Bill fece un lungo respiro; i suoi occhi si allargarono ed i muscoli s’irrigidirono per la paura. Sopra l’angelo circolava quella luce soprannaturale, o più correttamente, parte di quella luce, perché circolava attraverso il tetto della macchina, mezza dentro e mezza fuori. Come il solito, l’angelo aveva le sue braccia conserte e guardava austeramente Bill. Quando parlò, la voce dell’angelo era calda e rassicurante: “Dì a Paul Morgan: Così dice il Signore”...  appena l’angelo finì le sue istruzioni, svanì. 

All’ospedale Bill vide qualcosa che lui non aveva mai visto prima. Invece della tenda ad ossigeno, un’infermiera stava vicina al letto e periodicamente metteva una maschera di gomma sul naso della ragazza, forzando l’ossigeno nei suoi polmoni. Ogni volta che l’ossigeno entrava faceva alcuni leggeri, faticosi respiri. L’infermiera disse: Devo continuare a tenere quest’ossigeno. E’ l’unico modo per tenerla in vita. Lei non può respirare da sola”.

Il signor Morgan mise le sue braccia intorno a Bill e singhiozzò: “Fratello Branham, io ho cercato di vivere correttamente. Non so perché Dio sta prendendo la mia piccola ragazza”. 

“Non sia emozionato, fratello Morgan”, disse Bill, rassicurante. “Non tema. Ho una parola per lei da parte del Signore. Prima pregherò per sua figlia”. Posando la sua mano sulla ragazza, Bill chiese la guarigione nel Nome di Gesù Cristo. L’infermiera stava per mettere la maschera di gomma di nuovo sul naso della paziente. Bill allungò la mano e la fermò. Passarono dei secondi ansiosi . Poi la ragazza fece un leggero respiro da sola. L’infermiera guardò Bill, con sguardo interrogativo. Bill le fece segno di aspettare. La ragazza prese un altro respiro da sola, e poi un altro. Della maschera d’ossigeno non ebbe più bisogno. 

Bill si rivolse ai genitori: “Molti specialisti hanno dichiarato che sua figlia sta morendo, ma così dice il Signore. Signor Morgan, sua figlia guarirà! Ed ecco la parola del Signore (ricordi questo tutti i giorni della sua vita), Le acque scorrono in modo chiaro, avanti”! 

Sebbene Bill non avesse riposato prima che cominciasse il servizio serale, lui sentì che una giornata trascorsa come questa valeva la pena, –  perché tre giorni dopo la figlia di Paul Morgan era abbastanza in forma da poter ritornare a scuola. 

Arrivò un momento nel tardo autunno del 1946 quando Bill comprese che non avrebbe potuto sostenere all’infinito un tale continuo sforzo. Decise che dopo le otto serate programmate per Jonesboro, Arkansas, si sarebbe preso una vacanza. 

Il reverendo Reed patrocinò la campagna evangelistica di Jonesboro, convincendo un numero di chiese locali a cooperare. Insieme, affittarono il più grande auditorio della città. Non c’era ancora quasi abbastanza posto da far sedere tutte le persone che vennero. Migliaia e migliaia vennero da tutti gli stati del Sud e centro-occidentali degli Stati Uniti. Per 50 miglia intorno a Jonesboro, non si poteva trovare nessun albergo o stanza di motel liberi. Quelli che non poterono trovare alloggio dormirono in tende, o sotto autocarri, o nelle loro macchine. Una stima del giornale locale calcolò approssimativamente una folla di 28.000 persone. Quando le riunioni cominciarono, molte migliaia rimasero fuori dall’auditorio, sperando di avere una possibilità per entrare. 

Bill cominciò il primo servizio in Jonesboro con il suo solito saluto di casa. “Se mai siete nel bisogno, semplicemente chiamatemi, e possibilmente, io verrò da voi, pioggia o sole. Se siete vicino a Jeffersonville, Indiana fermatevi da me. Io vivo vicino alla mia chiesa tra l’ 8ª Street e Penn Street. Io vi amo e farò qualsiasi cosa che posso per aiutarvi". Poi Bill fece una dichiarazione coraggiosa. "Poiché questa sarà la mia ultima settimana in Arkansas, intendo stare qui al pulpito finché l'ultima persona ammalata abbia passato la linea di preghiera". 

In quel momento, Bill osservò una donna seduta davanti, che ondeggiava energicamente la mano verso di lui. “C’è qualcosa che posso fare per lei, sorella”? Chiese.

“Non mi riconosce”?  Disse lei con un gran sorriso sulla faccia. 

“No, non credo di conoscerla ”. 

“L’ultima volta che lei mi vide fu in Little Rock. Mi dissero che le mie gambe erano del tutto insanguinate ed io ero fuori di testa”. 

Ora Bill la riconobbe. Era la donna per la quale lui aveva pregato nello scantinato dell’auditorio civico di Little Rock. Solo alcuni mesi fa lei era così pazza che aveva scalciato fuori i vetri posteriori di una macchina ed aveva strisciato sulla sua schiena sul pavimento. Ora lei sedeva serena con suo marito, con i loro quattro bambini seduti accanto a loro. Suo marito testimoniò: “Dopo che pregò per lei quella sera, lei si sedette quietamente nella macchina per tutto il viaggio di ritorno fino all’istituto. Dopo tre giorni la dichiararono completamente guarita e la lasciarono tornare a casa”. 

Iniziando il servizio con tale drammatica testimonianza, portò la fede del pubblico a volare in alto con aspettazioni celesti. Guardavano come il segno nella mano di Bill rivelava soprannaturalmente le malattie, meravigliandosi quando videro come la preghiera calma di Bill cambiava la situazione. Presto nulla sembrò impossibile. Formando una linea alla destra di Bill, le persone venivano avanti per la preghiera come un fiume che mai non si asciuga. Venivano ora dopo ora. Appena una persona aveva ricevuto la preghiera e si era seduta, qualcun altro usciva da un posto e si congiungeva alla fine della fila. La folla percepì l’inevitabile sensazione che Gesù Cristo stava lì, vicino a questo piccolo uomo sul pulpito e tutti volevano entrare nella presenza di Cristo.

La riunione naturalmente non finì. Bill pregò tutta la notte per gli ammalati, sospendendo occasionalmente per bere un bicchiere di succo d’arancia. Ogni tanto nelle ore piccole della notte si distendeva accanto al pulpito per fare un sonnellino di alcune ore. Quando si alzava l’organista stava ancora suonando sommessamente: “Solo credi, solo credi, tutto è possibile, tutto è possibile”. “Only believe, only believe, all things are possible, only believe”); la linea di preghiera era ancora al suo posto, con il primo paziente che aspettava il suo turno per la preghiera.

Bill mangiava i suoi pasti accanto al pulpito, così poteva continuare a pregare per gli ammalati per tutto il giorno, quelli che furono abbastanza fortunati d’entrare nell’auditorio il primo giorno, ora erano riluttanti ad andarsene. Molti mantennero il loro posto giorno dopo giorno, mandando qualcuno a prendere dei panini quando avevano fame. Telefonarono anche ad amici e parenti per dir loro del fantastico movimento di Dio al quale stavano assistendo e li pressavano affinché anche loro venissero a vedere i miracoli da se stessi. Ciò causò un ulteriore afflusso di persone a Jonesboro per tutta la settimana. Quelli fuori dall'auditorio aspettavano pazientemente in una lunga fila confusa, di fronte alla porta principale, sperando di avere una possibilità di entrare. Molto lentamente, molto lentamente la fila gradatamente avanzava, mentre le persone all'interno della sala uscivano alla spicciolata, permettendo ad alcune persone al di fuori di entrare dentro. Quando le persone erano uscite, raccontavano dei meravigliosi miracoli che stavano succedendo all'interno. Poche delle persone nella linea fuori dall'edificio lasciarono il luogo, anche quando a metà settimana cominciò a piovere.

Notte e giorno Bill pregò per una fila senza fine di ammalati e afflitti. I miracoli fluirono inesauribilmente. Una mattina all’incirca alle quattro, una donna di 35 anni venne su, di fronte a Bill nella linea di preghiera, tenendo un fazzoletto sul naso con la mano sinistra. Bill suppose che stesse piangendo. Quando prese la sua mano destra con la sua sinistra, le vibrazioni rivelarono la malattia, Bill disse: “Lei ha un cancro, vero, signora”. 

La donna tolse la sua mano sinistra dalla faccia. Non aveva affatto più naso; il cancro lo aveva già divorato.

“Credi”? Chiese Bill.

La sua voce tremava dalla disperazione. “fratello Branham, devo credere! È la mia sola speranza”.

Allora sorella, io posso aiutarla. Perché l’angelo che ho incontrato mi disse che, se io fossi stato sincero e avessi portato le persone a credermi, allora niente avrebbe potuto contrapporsi alla mia preghiera, nemmeno il cancro”.

  Come Bill pregò nel Nome di Gesù Cristo, lui stesso sentì la disperata condizione di quella povera donna condannata. Subito il terribile pulsare nel suo braccio scomparve, così riconobbe che lei era guarita. All'ottava e ultima sera della campagna in Jonesboro, interrupe la costante linea di preghiera per il tempo necessario d'andare alla stazione del treno per incontrare sua moglie. Loro non si erano visti da mesi. Lei era venuta per stare insieme per l'ultimo servizio in Jonesboro e poi lo avrebbe accompagnato a casa a Jeffersonville per il suo più che necessario riposo.

Quando ritornarono all’auditorio dovettero fermarsi e parcheggiare molti isolati lontano dalla loro destinazione. Le strade e i parcheggi erano gremiti di macchine, camion, biciclette e tende. Bill e Meda s’incamminarono verso l’auditorio. Alla fine Meda vide la gran quantità di folla che aspettava fuori dall’edificio, molti tenevano il giornale sopra le loro teste per ripararsi dalla pioggia. Sebbene Bill le avesse descritto tutto ciò per telefono, lei non era preparata per la realtà. “Billy, tutte queste persone vengono per ascoltarti”?

“No”, rispose lui, “Vengono per vedere Gesù”.

Meda mise la sua mano in quella di Bill e cantò: “Verranno dall’est e dall’ovest, verranno da terre lontane, a festeggiare con il Re, a pranzo come Suoi invitati; come sono benedetti questi pellegrini”! Bill si unì a lei: “Vedranno il Suo santo volto risplendere di luce divina; benedetti partecipi della Sua grazia, come gemme splendenti nella Sua corona”. Bill non era mai stato un buon cantane. La sua voce tendeva ad essere stridente ed aveva difficoltà a tenere l’intonazione, ma amava cantare. Insieme a Meda cantò il coro: “Da quando Gesù mi ha liberato, sono contento quanto il cuore possa esserlo”.

Una squadra d’uscieri andò loro incontro e li accompagnarono nell’edificio attraverso la folla pigiata. Appena dentro la porta, Bill notò un uomo che agitava un cappello blu per attirare la sua attenzione.

Bill si avvicinò abbastanza per chiedere: “Sta chiamando me, signore”?

L’uomo strinse nervosamente il cappello. “Non sei tu il fratello Branham”? Chiese.

“Sì, lo sono ma non posso pregare per nessuno qui fuori o causerò il finimondo”. Se può entrare nella fila di preghiera io”…

“Non sto cercando preghiere per me”, spiegò l’uomo. Io sono un autista d’ambulanza. Oggi ho portato un’anziana paziente dal Missouri, ella è molto ammalata. Sta morendo laggiù, nella mia ambulanza. Penso che sia già morta. Non posso trovare un dottore da nessuna parte e non so cosa fare. Può venire da lei”?

“Signore, non accetterebbero la mia parola per la dichiarazione di morte. Lei ha bisogno di un addetto funebre”.

L’autista lo pressò. “Mi piacerebbe che venisse con me. Suo marito è agitato e forse lei può calmarlo”.

Bill sapeva dove erano parcheggiate le ambulanze. La polizia stradale aveva assegnato una certa area apposta per loro. “Io penso che non potrò nemmeno arrivare da quella donna. Ci devono essere almeno 2.000 persone tra noi e quelle ambulanze”.

“Noi la aiuteremo”. Si offrì uno degli uscieri.

Così Bill acconsentì ad andare. Con molte scuse, spingendo e con gran quantità di difficoltà, finalmente giunsero alla fila d’ambulanze parcheggiate. Gli uscieri rimasero fuori mentre Bill e l’autista aprirono l’uscio ed entrarono nell’ambulanza. Là, c’era un vecchio uomo inginocchiato vicino al raggrinzito corpo floscio di una donna. La camicia dell’uomo era rattoppata; la tuta sbiadita. I calzini si vedevano attraverso le suole delle scarpe. La barba lunga di una settimana copriva la sua faccia stanca. Si sedette chinato sopra, muovendo la sua testa avanti e indietro lentamente, singhiozzando: “Oh. Mamma, mamma, perché mi hai lasciato”?

 Dal modo che l'uomo afferrò il suo cappello di paglia stracciato, ricordò a Bill il proprio padre. "Qual è il problema, signore"? 

L’anziano uomo guardò in sù. “È il dottore”?  

“No, sono il fratello Branham”. 

“Oh, fratello Branham — povera mamma”. Si girò a guardare la donna esanime sulla barella. “L’ho perduta, sono sicuro. Ha smesso di respirare poco fa. Voleva vederla ad ogni costo prima di morire.

È stata una tale buona moglie per me. Lei allevò i miei bambini e zappato quei campi accanto a me e mi aiutò in ogni passo della mia vita. Si ammalò di cancro alcuni anni fa nei suoi organi femminili.  La portammo a St. Louis così che i dottori la potessero operare. Ma non è servito a nulla. È continuata a peggiorare”. Egli guardò di nuovo verso Bill, la sua voce tradiva il suo amaro disappunto. “Questa mattina stavamo ascoltando la radio. Sentimmo un uomo testimoniare che egli era stato cieco per dieci anni, e dopo che lei pregò per lui, potè vedere. Io pensai che forse un miracolo come quello potesse avvenire anche a noi. Non mi era rimasto alcun denaro perché avevo speso tutti i miei risparmi per l’operazione. Così ho venduto alcune trapunte che lei aveva fatto e delle more di rovo che lei aveva messo nei vasi e ho noleggiato quest’ambulanza per portarla qui”. Guardò di nuovo mestamente giù, verso sua moglie. “Ora, lei è morta, non so come farò senza di lei. Sarò talmente solo”.

Cercando di confortarlo quanto poteva, Bill disse: “Bene, pà, l’unica cosa che posso fare è di dire una preghiera”.

Bill non sapeva se la donna era morta o no. Certamente sembrava morta. L’autista dell’ambulanza le aveva tolto la protesi dentaria e le sue labbra erano rientrate nella bocca. I suoi occhi erano bagnati da un liquido viscido. La fronte sembrò appiccicosa e fredda al tocco di Bill. Prese la sua mano destra nella sua sinistra per sentire il polso. Non sentì niente. E come un’ulteriore prova che lei doveva essere morta, la mano sinistra di Bill non poteva percepire alcuna vibrazione del cancro.

Chinando la testa, Bill disse calmo: “Caro Signore Gesù, ti prego sii misericordioso con questo fratello; aiutalo e benedicilo. E a questa donna che ha fatto tutta questa strada fino qui credendo che –”.

Egli pensò di sentire la donna stringere la sua mano. aprendo gli occhi, la studiò attentamente. Sembrava ancora un cadavere. Doveva esser stata la sua immaginazione o forse la contrazione della morte nei muscoli della donna. Bill chiuse gli occhi e continuò la sua preghiera, ma dopo alcuni momenti sentì di nuovo stringere la sua mano. Questa volta comprese che era in vita. Aprì gli occhi e studiò la sua faccia. La pelle della sua fronte si corrugò. Aprì gli occhi e lo guardò.

Bill non disse una parola. L’anziano uomo aveva ancora gli occhi chiusi, serrando le mani, volse la testa verso il soffitto. La donna alzò la testa lentamente e disse a Bill: “Qual è il suo nome”?

“Io sono il fratello Branham”.

L’anziano uomo girò bruscamente la testa e gridò sbalordito, “mamma”! Poi l’abbracciò singhiozzando con gioia, “Mamma, mamma”!

Mentre il colore ritornava sulle guance della donna, Bill notò che la sua mano sinistra ancora non percepiva nessuna vibrazione del cancro nel suo corpo. Ciò significava che il cancro se n’era andato”.

Il grido dell’anziano uomo attirò l’attenzione d’alcune persone fuori dall’ambulanza ed ora avevano le loro facce attaccate ai finestrini. L’autista disse a Bill: “Penso che abbiano indovinato chi tu sei. Avrai problemi per ritornare nell’edificio”.

Bill constatò che l’autista aveva ragione. Fu abbastanza protetto nel venire qui, queste persone non lo avevano mai visto prima. La maggior parte di loro stavano aspettando da giorni per poter entrare per la preghiera. Appena avrebbero saputo che era in mezzo a loro, la notizia si sarebbe sparsa come un fuoco al vento e avrebbe avuto molta difficoltà a ritornare dentro all’auditorio.

Un’idea gli balenò nella mente. Disse all’autista: “Se lei starà in piedi con la sua schiena davanti a quella finestra e lentamente toglierà il cappotto, nasconderà abbastanza l’interno di quest’ambulanza, sufficientemente per il tempo che io possa sgusciare fuori da quest’altra porta. Se posso andare via da qui senza essere visto, allora tutto andrà bene. Nessuno fuori mi conosce. Io posso muovermi lungo il margine della folla fino dietro al parcheggio. Lei dovrà dire agli uscieri di incontrarmi di nuovo là. Non penso di poter passare attraverso la folla ed entrare nell’auditorio senza il loro aiuto”.

“Glielo dirò”. Disse l’autista. Girò la schiena contro al finestrino il quale aveva alcune facce attaccate. Quindi allungò, lentamente il suo braccio fuori dal cappotto, effettivamente coprendo il finestrino. “Parta”, disse.

Bill scivolò fuori pacatamente e si affrettò lungo la linea delle ambulanze finché arrivò al parcheggio posteriore. Dei proiettori elettrici illuminavano la pioggerella che cadeva sulla testa di alcune migliaia di uomini, donne e bambini che si affollavano intorno alle porte posteriori dell’auditorio. Bill si sentiva completamente anonimo, dato che nessuno lo aveva mai visto prima. Così piuttosto che aspettare gli uscieri per aiutarlo, Bill cercò di farsi strada da solo attraverso la folla.

Una forte voce disse bruscamente, “Smetta di spingere”!

“Perdonatemi”, disse Bill, continuando a farsi strada spingendo. Un grande, uomo rude , si girò di fronte a lui. “Ho detto, smetta di spingere”! ringhiò.   

“Si, signore”, disse Bill imbarazzato. “Mi scusi”.

Tornando indietro al margine della folla, si chiedeva cosa avrebbe dovuto fare. Gli uscieri non si vedevano da nessuna parte. Egli sentì una voce femminile gridare: “Papà! Papà”! Bill guardò da dove proveniva quella voce e vide una ragazza di colore di circa 17 anni che si faceva strada attraverso la massa di persone bianche. Era chiaramente cieca; i suoi occhi erano bianchi per le cataratte. Nonostante questo, a motivo della legge Jim Crow che segregazionava i bianchi dai neri, nessuno voleva aiutarla.

La ragazza brancolava tra la folla, approssimativamente nella sua direzione. Bill si mosse attraverso il margine della folla finché fu direttamente nel percorso della ragazza. Subito dopo lei andò a urtare contro di lui.

“Scusatemi”, disse: “Sono cieca e ho perso mio padre. Può aiutarmi a trovare il bus per Memphis”.

Bill guardò la lunga fila di bus che erano allineati alla fine del parcheggio. “Si, posso aiutarti”, disse. “Che cosa stai facendo qui”?

“Io e mio padre siamo venuti qua per vedere il guaritore”, replicò lei. “Come hai sentito parlare di lui”?

“Questa mattina stavo ascoltando la radio, c’era un uomo che diceva che da anni non poteva parlare una parola e ora egli può parlare. Un altro disse che prendeva la pensione dei ciechi da 12 anni e ora poteva leggere bene tanto da leggere la sua bibbia. Ciò mi diede speranza di ricevere nuovamente la vista. Quando ero una piccola bambina, mi è venuta la cataratta agli occhi. Il dottore mi disse che quando sarei divenuta più grande avrebbe potuto operarmi; ora che sono più vecchia, dice che anche il nervo ottico è stato avvolto e non può toccarli. Così non ho nessuna possibilità, a meno che possa arrivare dal guaritore. Questa sera è l’ultima sera che lui sarà qui, ed io e mio padre non possiamo nemmeno avvicinarci all’edificio Ora ho perso mio padre e non posso nemmeno tornare al bus. Gentile signore, per favore vorrebbe aiutarmi”?

“Si, signorina, ma prima vorrei farle una domanda su questo guaritore del quale mi sta parlando. Lei crede che oggi Dio manderà un angelo a guarire le persone”?

“Si, signore, lo credo”.

“ Lei vuole dire che lo crede, sebbene abbiamo così tanti bravi dottori e ospedali qui in giro”? Bill si sentì un poco vergognoso di approfittare così della sua cecità, ma voleva esaminare la sua fede. 

Lei rispose rapidamente, “Nessuno di quei dottori può aiutarmi. Signore, se lei mi afferrerà per mano e mi condurrà dal guaritore, dopo io potrò trovare mio papà da sola.

Bill non poteva continuare la sua finzione più a lungo. “Sorella, forse io sono colui che lei sta cercando. Lei afferrò il risvolto del suo cappotto e lo tenne come in una morsa. “È Lei il guaritore”?  insisté. 

“No, signorina, Io sono il fratello Branham, il predicatore. Gesù Cristo è il guaritore. Ora se lei toglierà via le sue mani dal mio cappotto” – e lui prese i suoi polsi per tirarli via.

La ragazza restò aggrappata con tutte le sue forze. Lo aveva e non lo avrebbe lasciato andar via. “Abbiate misericordia di me, fratello Branham”, supplicò.

“Sorella, posso tenerle la mano, mentre prego”? Bill riuscì a liberare una delle mani della ragazza. Mentre pregava sentì le vibrazioni della cataratta salire su per il braccio. “Caro Gesù, un giorno Tu hai portato quella rozza croce barcollando lungo la strada; il sangue scorreva giù dalle Tue spalle;  il Tuo fragile corpo vacillava sotto il peso. Un uomo di colore di nome Simone di Cirene venne al Tuo lato, prese la croce e Ti aiutò a portarla. Ora una figlia di Simone è qui traballante nelle tenebre; sono sicuro che Tu comprendi”…

La ragazza rabbrividì. “Qualcosa mi ha attraversato”, lei disse, mentre il suo corpo tremava. “Sento i miei occhi così freddi”. Bill sentì le vibrazioni decrescere nel suo braccio; la vita demoniaca era appena uscita dalle cataratte. “Sorella, chiudi le palpebre per un momento. Le cataratte si stanno restringendo. Tra alcuni momenti potrai vedere. Non dire niente di questo o mi riconosceranno. Non voglio che la gente sappia che sono qui. Ora apri lentamente gli occhi. Gesù ti ha dato la vista”. Le palpebre si aprirono. Guardò in su e rimase senza fiato, “Sono luci quelle”?

“Si, puoi contarle”?

“Ce ne sono quattro! Stanno passando quelle persone”? Prima che Bill potesse rispondere, lei grido a tutta voce. Le persone si girarono dalla sua parte, gridò di nuovo, “Gloria a Dio! Posso vedere! Posso vedere! Ero cieca ed ora vedo”!

Le persone incominciarono a muoversi verso Bill e alla ragazza. Proprio in quel momento il gruppo d’uscieri venne dietro l’angolo dell’edificio, individuarono Bill e si precipitarono verso Bill in suo soccorso. Prima che gli uscieri scortassero Bill, un uomo con una gamba contorta, appoggiato ad un bastone, gridò: “Ti conosco, sei il fratello Branham. Abbi misericordia di me. Sono qui da otto giorni. Ho cinque bambini a casa e io sono zoppo. Io penso che tu sei un buon ragazzo. Se tu chiedi a Dio per me, Egli lo farà.

Bill disse: “Allora nel Nome di Gesù Cristo, dammi il tuo bastone”.

Senza esitazione l’uomo zoppo diede a Bill il suo bastone ricurvo. Istantaneamente la gamba contorta si raddrizzò e poteva sorreggerlo. Battendo la scarpa sull’asfalto, l’uomo gridò, “Sono guarito! Sono guarito”!

La folla eccitata spingeva in avanti. I quattro uscieri, proteggevano Bill il meglio che potevano, facendosi strada a forza verso l’auditorio mentre le persone che erano vicino si sforzavano per toccare gli abiti di Bill mentre passava. Non interessava loro che il vestito di Bill fosse rappezzato e rattoppato.



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