Owen Jorgensen
SOPRANNATURALE: La vita di William Branham
La sua prima visione
Capitolo 2
1912 — 1916
Charles Branham aveva incluso abbastanza denaro nella sua lettera, cosicché Ella poté noleggiare un carretto per fare il trasloco. Lei aveva pochi beni da caricare all’infuori dei tre bambini irrequieti. New Albany era situata a più di cento miglia a nord di Burkesville. Essendo prossima al parto, aveva paura del viaggio. Ma per Billy, bimbo di tre anni, il quale non aveva mai visto al di là delle montagne della sua baracca, il viaggio sembrò come un eccitante avventura. Lui fu entusiasmato specialmente dallo stretto piatto ponte di legno che attraversava il fiume Ohio tra Louisville, Kentucky e New Albany, Indiana. Ancora dieci miglia più avanti si presentava la loro nuova casa, vicino alla piccola città di Utica, Indiana.
Il 27 maggio 1912, Ella partorì il suo quarto figlio, lo chiamò Melvin. Quell’estate Charles lavorò per un agricoltore del luogo. Era un lavoro molto faticoso, qualche volta doveva camminare dietro ad un cavallo e arare per 12 ore al giorno, sudando sotto un sole bruciante. Più di una volta venne a casa con la pelle scottata dal sole e la camicia appiccicata alla schiena ed Ella doveva tagliare via la camicia con le forbici. Quando il grano crebbe, Charles passava il giorno con una zappa a collo d’oca, togliendo le piante rampicanti di tra i solchi. All’inizio gli si formarono delle vesciche sulle mani che sanguinarono; più tardi si formarono dei calli più duri del cuoio. Egli soffriva tutto questo per solo 75 centesimi al giorno.
Quell’autunno Charles ritornò a fare il taglialegna; per lui era più naturale che lavorare la terra. Lui era cresciuto tra i boschi e cominciò a tagliare legna in giovane età. Sebbene pesasse solamente 70 Kg, Charles, era muscoloso ed un così abile boscaiolo che poteva caricare sul carro un tronco di 400 Kg. da solo. Ma come si avvicinò l’Inverno, Charles divenne inquieto. I sei vivevano in una capanna di una stanza, non più grande e non più ben costruita di quella che avevano lasciato in Kentucky. Fare il taglialegna lo costringeva ogni volta ad essere lontano da casa per settimane. Non volendo far soffrire sua moglie come l’inverno passato, Charles incominciò a cercare un impiego migliore.
Arrivò la primavera del 1913 prima che Charles potesse trovare un lavoro fisso. Ebbe un lavoro in Jeffersonville, Indiana, lavorando per il sig. Wathen — un multimilionario, proprietario delle distillerie Wathen che era anche comproprietario della squadra professionale di baseball, il Louisville Colonels. Charles fu assunto come chauffeur privato perché era bravo a maneggiare i cavalli. Il lavoro non era molto remunerativo, ma offriva d’altra parte dei sostanziali benefici — cioè, un posto per vivere senza pagare l’affitto sulla proprietà del sig. Wathen. Il luogo includeva una baracca di due stanze, una vecchia stalla, un gran giardino con bosco e un piccolo campo per sua utilità. Il sig. Wathen aveva anche lì vicino un piccolo caseificio e Charles poteva portare a casa un secchio di latte ogni sera — non piccolo beneficio per un padre con quattro ragazzi che stavano crescendo.
Jeffersonville era una città a quattro miglia a nordest di New Albany, sulla strada del fiume localmente chiamata Utika Pike. Il sig. Wathen viveva a sette miglia fuori città in una grande tenuta. La baracca dove Charles si era trasferito era posta sul pendio di una collina che guardava dall’alto il fiume Ohio. Assi erose ricoprivano le pareti della struttura all’esterno; internamente, il fango riempiva le fessure tra i tronchi. La baracca aveva il pavimento di terra battuta, due stanze e un solaio sopra le travi di una delle due stanze per dormire. La scala per il solaio era fatta da due paletti. Nel mezzo del pavimento di una stanza era stato rotolato un ceppo segato e sopra vi erano state messe delle pietre piatte sulle quali era stata collocata una stufa a legna ricavata da un contenitore di petrolio vuoto. Per cucinare Ella usava un piccolo fornello a carbone, “monkey stove”. Avevano perfino una lampada a petrolio per far luce. Considerando tutte le cose, era un grande progresso in confronto della casupola di una stanza dove avevano trovato sistemazione in Utica.
Sul fianco della collina di fronte alla baracca, un melo allungava i suoi rami sopra una piccola sorgente. La sorgente d’acqua fresca serviva come frigorifero per quasi tutta l’estate, mantenendo freschi, latte, siero e burro in contenitori di metallo impedendo che andassero a male. (Charles non poteva tenere la panna là; aveva troppi piccoli Branham golosi che rubacchiavano). La sorgente riforniva la casa con acqua fino a metà Agosto, quando alla fine si prosciugava, allora dovevano pompare l’acqua dal pozzo situato giù presso alla stalla e trasportarla a casa su per la collina.
Billy amava quella sorgente gorgogliante. Un mestolo di zucca era appeso ad un chiodo conficcato nel tronco del melo, ma Billy lo usava raramente. A lui piaceva sdraiarsi sulla pancia nell’erba calda, mettere le sue labbra nell’acqua, e succhiare fino a che la pancia era piena. Poi riempiva una caraffa e la portava a suo padre nel campo.
Charles arrivava a casa dai campi per la cena sempre affamato. Siccome non avevano l’impianto idraulico, doveva lavarsi dietro la baracca dove c’era un lavabo costruito contro il melo. Il lavabo era solo un’asse della stalla inchiodata al tronco, con un’asse dall’altra parte come gamba e un’asse inclinata sotto per tenerlo fermo. Tutti quattro i ragazzi si mettevano in fila dietro il padre per lavarsi. Quando Charles si arrotolava le maniche della camicia fatta in casa per insaponarsi, il suo braccio muscoloso si gonfiava e guizzava. Billy lo osservava con orgoglio, pensando: “Quello è il mio papà. Lui è forte. Vivrà cento anni. Quando io sarò un uomo vecchio, starò ancora a guardare il mio papà con quei grossi muscoli”. Charles era alto solo 1 metro e 70. Billy ereditò i capelli neri e ricci di suo padre e il bell’aspetto irlandese, ma non il suo forte fisico. Invece Billy era magro e snello come sua madre.
Il turno per lavarsi di Billy era il successivo. Stette molto attento che il sapone di liscivia fatto in casa non gli andasse negli occhi. Una volta gli era bastata come lezione. Si asciugò con un asciugamano che sua madre aveva ricavato da un sacco vuoto di farina di mais. L’asciugamano era ruvido e fastidioso, così Billy si sfiorava leggermente. Sopra la panca per lavarsi, un pezzo di specchio rotto era trattenuto all’albero da cinque chiodi curvati. Billy si arrampicava sulla panca affinché si potesse vedere mentre si pettinava i riccioli ribelli con il pettine di latta.
Charles aveva costruito il tavolo da pranzo e le panche con delle vecchie assi del fienile. Le panche sembravano dei banchi di chiesa. Billy a cena sedeva sempre vicino a suo padre. Zuppa di fagioli era il vitto usuale con pane di granoturco, cipolle bollite e burro. Ella coceva il pane in una pentola, poi lo metteva su un vassoio e faceva passare il piatto intorno alla tavola così che ognuno potesse prenderne un pezzo mentre passava. Billy ne prendeva sempre un angolo perché aveva molta crosta e a lui piaceva molto immergere la crosta del pane nella zuppa.
Il 14 maggio del 1914, Billy ebbe un altro fratello, Edgard Lee Branham, gli anni che seguirono furono per Billy un periodo confortevole. Ogni sabato pomeriggio, suo padre prendeva in prestito dal sig. Wathen un mulo e un carro coperto, caricava la famiglia e percorreva 11 km per andare alla drogheria in città. I quattro Branham più giovani rimbalzavano nel retro su di un mucchio di paglia, ma Billy doveva salire sul carro davanti con suo padre e sua madre. Billy era sempre eccitato quando dovevano andare al negozio perché sapeva già ciò che sarebbe successo. Charles, il quale guadagnava 3. $ e 50 alla settimana, spesso ne spendeva 3 al negozio. Occasionalmente la spesa più grossa era per un sacco di zucchero di canna (non raffinato) o un barile di creckers salati; ma generalmente comprava prodotti principali come fagioli, patate e farina di granoturco — una sorta di cibo che si manteneva a lungo. Dopo che Charles aveva pagato il conto, il signor Grover, il droghiere, gli dava un sacchetto di bastoncini di caramelle alla menta per i suoi ragazzi.
Dietro nel carro, cinque paia di occhi osservavano ansiosamente come papà divideva equamente i bastoncini di caramella per i cinque ragazzi. Istantaneamente i quattro Branham più giovani succhiavano velocemente i loro bastoncini alla menta fino all’ultimo. Ma Billy era più furbo. Lo succhiava per un po’, poi arrotolava la sua caramella in un pezzo di carta strappata da un sacchetto della drogheria e la metteva nella tasca. Ne avrebbe avuto bisogno più tardi.
Il sabato sera riempivano la grande tinozza di cedro con acqua calda e uno dopo l’altro facevano il loro bagno settimanale, senza cambiare l’acqua. Ella strofinava forte Billy con sapone di liscivia, dicendo: “Voglio vederti divenire pulito come una cipolla pelata”. Poi lo asciugava strofinandolo con un asciugamano di sacco di farina fintanto che sentiva come che la sua pelle se ne fosse andata. Ella constatò che Billy non stava mangiando una dieta bilanciata; così ogni settimana dopo il bagno gli faceva ingoiare un cucchiaio pieno di olio di ricino, perché credeva che lo avrebbe prevenuto contro i raffreddori. Billy guardando quel grande cucchiaio pieno di oleoso olio di ricino supplicava: “Oh, mamma, per favore non farmelo prendere. Mi fa stare così male, non posso sopportarlo”. Ella diceva, “Se non ti fa star male, non ti farà alcun bene”. Billy tenendosi il naso prendeva la cucchiaiata in bocca, cercando di ingoiarlo, disgustato e tutto agitato alla fine riusciva a mandarlo giù.
La domenica Ella cucinava lo “Stufato all’Irlandese”— rape, carote, cavoli, patate, fagioli, farina di mais e un grosso pezzo di manzo; ogni cosa era bollita insieme nella pentola. Con ciò che avanzava mangiavano per due o tre giorni.
Il lunedì Ella lavava i vestiti fuori dalla baracca in un bollitore di ferro riscaldato sopra un fuoco, all’aperto. Billy, essendo il più vecchio, doveva tagliare i rami di robinia per il fuoco. A lui toccava anche di riempire il bollitore con l’acqua — un lavoro difficile per un ragazzo della sua età e della sua statura.
“William”, lei chiamò.
“Sì, mamma”.
“Vai alla sorgente a prendere un secchio di acqua”.
Billy pensò a quanto affaticava le sue spalle quel pesante secchio di cedro, perfino quando era pieno a metà. Egli sentì nella sua tasca quel pezzo di caramella alla menta avvolta nella carta. Poi incontrò suo fratello Edward e gli disse: “Humpy”— Billy chiamava spesso suo fratello Humpy — “Ti dirò quello che farò. Ti lascerò leccare questa caramella fino a che avrò contato fino a dieci, se tu andrai a prendere quel secchio di acqua per me”. Edward felicemente andò a prendere l’acqua e Billy lo ricompensò offrendogli il bastoncino alla menta. Billy cominciò a contare, “uno, due, tre”…
Edward, leccando il più veloce possibile, si lamentò, “Non così veloce. Stai contando troppo velocemente. Ricomincia”.
Billy ricominciò di nuovo ed Edward ebbe alcune extra leccate. Quindi Billy avvoltolò di nuovo il bastoncino alla menta e se lo mise nuovamente in tasca. C’erano altri lavori domestici da fare il lunedì, ma finché la sua caramella durava, Billy era un ragazzo agiato. Il giorno del bucato Ella usava un lungo bastone di noce piatto per mescolare i vestiti nel bollitore bollente, pescandoli fuori quando erano pronti. Lei teneva il bastone appeso su un chiodo appena dietro la porta della baracca. Quella pagaia di noce serviva a molte funzioni. Ella schiacciava i grumi della paglia dei materassi con esso, poi sprimacciava i piumoni del letto. Charles lo usava anche come una verga di correzione. Qualche volta, se uno dei ragazzi era stato cattivo e si aspettava una dose di sculacciate, il bastone di noce scompariva misteriosamente. Charles riusciva ad arrangiarsi sempre anche senza di esso, usando invece la cinghia del rasoio ricavata da una vecchia cintura o altro, usando la bacchetta del suo fucile. Tutti i piccoli Branham ebbero un’ “istruzione” fuori nella legnaia, correndo a gambe levate davanti al padre il più forte che potevano correre mentre li frustava facendo i loro sederi rossi. Charles chiamava questo, “Battere il diavolo fuori da loro”.
In un’occasione, Edward complottò un piano birichino. “Billy”, disse: “Mamma e papà stanno zappando nell’orto. Se tu entri e prendi dello zucchero, io prenderò dei krackers e ci incontreremo nel fienile”. Ciò sembrò abbastanza buono a Billy. Ella teneva lo zucchero di canna in una scatola nella baracca. Lei spesso lo mescolava con acqua per fare lo sciroppo per le loro frittelle della colazione. Billy si intrufolò nella baracca, tirò fuori una grossa manciata di zucchero e s’incamminò verso il fienile.
Il giardino era a mezza strada giù per la collina tra la casa e il fienile. Charles si drizzò su dalla sua zappa, mentre si asciugava la fronte col fazzoletto a scacchi rossi e bianchi. Lui notò suo figlio più grande che camminava con il braccio opposto rigido come se stesse nascondendo qualche cosa. Charles disse: “Dove stai andando, William”?
“Sto scendendo giù al fienile”.
“Che cosa hai nella mano”.
Billy pensò, “Oh, oh”. Cercò di essere evasivo. “Quale mano”?
Charles disse: “Vieni qua”.
Dopo ciò Billy non volle più zucchero per molto tempo.
Alla fine dell’agosto 1916, dopo che una trebbiatrice con il motore a vapore aveva finito di sgranare le pannocchie, Ella imbottì con i nuovi involucri delle pannocchie i pagliericci. Quella sera, poco dopo che i ragazzi furono mandati a dormire sul solaio, Billy strillò come se un fantasma avesse toccato la sua guancia. Ella si precipitò verso la scala e chiamò, “Billy, per amor del cielo che c’è che non va”? “Mamma c’è qualcosa nel letto con me”
“E’ solo una cavalletta intrappolata dentro con i nuovi involucri. Ora mettiti giù e dormi”.
“Mamma, non posso dormire con quell’animale che salta là dentro”. Ella prese la lampada ad olio e salì la scala del solaio, affinché suo figlio potesse avere luce. Aperto un lato del materasso, Billy scavò dentro gli involucri nuovi finché scoprì la temeraria cavalletta. Quindi la lasciò uscire spingendola attraverso una fessura tra il tetto e la parete che non combaciava uniformemente.
Più tardi Ella sorrideva riguardo al fatto, mentre lo stava raccontando a Charles. Ma lei non poteva dire a suo marito della sua profonda preoccupazione per Billy. Il ragazzo era stato ultimamente nervoso ed il cibo lo faceva stare male. Più di una volta lo scorso mese dopo cena si era lamentato di disturbi allo stomaco e eruttazione di acido. Era lui nervoso a motivo che presto sarebbe cominciata la scuola? O era qualcos’altro che lo disturbava? Poteva essere dovuto al fatto che suo padre beveva?
In Settembre Billy ed Edward incominciarono la scuola insieme. Billy aveva sette anni e mezzo. Sebbene fosse 11 mesi più vecchio di suo fratello Edward per la statura potevano essere presi per gemelli; Edward era solo un pizzico più piccolo.
Billy non aveva vestiti per la scuola. Per tutta l’estate andò a piedi nudi e senza camicia, indossando una tuta con la pettorina tutta stracciata e rattoppata. La famiglia non poteva permettersi dei nuovi vestiti, così Ella improvvisò: prese la giacca consumata del matrimonio di Charles, la tagliò e ne fece un paio di pantaloni. Charles venne a casa con un paio di calzetti bianchi e un paio di scarpe da tennis usate che gli andavano a stento e ciò completò il guardaroba di Billy.
Quando Ella finì di vestirlo per la sua nuova avventura, disse: “Ecco. Ora fatti vedere”. Indietreggiò per avere una migliore prospettiva. Billy sembrava così antiquato in quei pantaloni fatti in casa e quelle scarpe da tennis usate, con i suoi capelli lunghi che gli scendevano giù sul collo. Era così magro, Ella poteva contargli le costole sul suo petto nudo. Lei sorrise, sapendo che aveva fatto il meglio che poteva con quello che aveva. Sfortunatamente suo figlio più grande doveva andare a scuola senza una camicia. Così, una fredda mattina del settembre del 1916, Billy ed Edward camminando a fatica per la strada del fiume andarono all’Utica Picke School, la quale era una tipica scuola rurale di una stanza situata in mezzo alle colline in vista del fiume Ohio. La signora Temple sarebbe stata la loro insegnante per molti anni. Lei insegnò per tutti gli otto anni di scuola elementare, con studenti che variavano in età dai 6 ai 15 anni. A scuola Billy imparò più delle: “Tre R’s”. (reading, (w )’riting, (a )’rithmetic ), le tre erre (leggere, scrivere e far di conto, come base dell’istruzione elementare). Improvvisamente la sua prospettiva del mondo si espanse. Come si sedette in classe, ebbe tempo di compararsi con gli altri ragazzi. Le differenze gridarono a lui. Questi erano ragazzi di campagna e ragazze come lui, ma la maggior parte di loro portavano bei vestiti e scarpe adatte. Tutti loro indossavano camice. A pranzo gli altri ragazzi mangiavano panini e biscotti o torta per dessert. Billy mangiava fagioli e qualche giorno non mangiava affatto il pranzo. Incominciò a capire che la sua famiglia era povera.
Dall’inizio Billy fu bollato come un estraneo dai ragazzi più vecchi. Lo chiamavano “corn cracker” (bianco povero, nome spregiativo) e gli facevano dispetti a motivo del suo buffo parlare, con accento montanaro tipico della gente delle montagne del Kentucky. E lo deridevano per il suo aspetto rozzo.
Alcune settimane dopo l’inizio della scuola, Billy ed alcuni altri ragazzi della sua età decisero di passare un pomeriggio pescando allo stagno del “Ghiaccio” dietro la baracca dei Branham. Lo chiamavano stagno del “ghiaccio” perché il signor Wathen ogni inverno tagliava fuori da esso blocchi di ghiaccio, immagazzinandolo nella segatura, per poi usarlo durante l’estate per mantenere fresche le celle frigorifere della sua latteria. Billy si entusiasmò per il fatto che questi ragazzi l’avessero incluso nei loro piani. Non solo egli amava pescare, ma desiderava ardentemente far parte della “banda”.
Dopo la scuola Billy corse a casa, impaziente di prendere la canna da pesca fatta da sé, giù dal solaio. Le sue scarpe da tennis erano troppo strette e gli avevano generato un doloroso callo sul dito grosso del piede. Quel giorno a scuola era stato distratto a motivo del callo. Ogni volta che muoveva il piede, il callo lo torturava così tanto che non poteva porre mente ai suoi compiti in classe. Ora, nel suo eccitamento e fretta, scordò facilmente il suo dolore. Entrò di corsa nella baracca ed aveva appena messo un piede sul piolo della scala, quando sentì una forte mano afferrargli la spalla. Suo padre lo girò.
“Billy, ho un importante lavoro da farti fare questo pomeriggio. Voglio che tu porti l’acqua alla distilleria per me”.
Il cuore e gli arti di Billy si pietrificarono. “Ma papà, questo pomeriggio stavo andando a pescare con i miei amici”.
“Puoi andare a pescare domani. Sto preparando per far uscire una partita di whiskey stasera e sono in ritardo. Devo avere abbastanza acqua nel capannone per tenere gli alambicchi freddi. Tu sei abbastanza grande per lavorare ed ho bisogno del tuo aiuto. I secchi sono giù nel fienile, messi vicino alla pompa. Ora sali su a cambiare i tuoi vestiti. Io sarò su, dietro al capannone a preparare i distillatori”.
Lentamente Billy salì la scala, girando la testa così che suo padre non vedesse le sue lacrime.
“E ricorda”, aggiunse Charles, “Taci. Non una parola di questo con nessuno”. “Sì, papà”.
Sebbene il proibizionismo nazionale non fosse stato emanato fino al 1919, certi stati avevano leggi anti alcolici nella zona fin dal 1906. Nel 1916, l’Indiana era già uno stato “proibizionista”. Charles non poteva stare senza il suo whiskey. Da quando non aveva abbastanza denaro da comprarlo al mercato nero, lui e un vicino, il signor Dornbush, fabbricarono un distillatore di alcool di contrabbando nel capannone dietro casa per bollire la loro bevanda casalinga, fermentata. Dopo aver venduto ciò che era avanzato ai vicini assetati ed intascato un po’ di denaro extra, decisero di costruire una seconda distilleria. Questa sera stavano per farle funzionare entrambe e tutto era pronto.
Billy sedette a lungo sul suo materasso di paglia, sentiva il callo del suo piede pulsare ad ogni battito del cuore. Alla fine trovò la forza per cambiarsi. Con grande sollievo, tolse le scarpe. Scivolando fuori dai suoi pantaloni di scuola, si dimenò dentro la sua vecchia salopette. Al posto delle bretelle ora la tuta era tenuta su da una cordicella, con chiodi per bottoni. I chiodi scivolavano facilmente dalle asole della pettorina ma quando li piegava non uscivano. In seguito prese un torsolo di granoturco e lo legò sotto il dito dolorante per tenerlo sollevato da terra.
Lentamente scese la scala e faticosamente si incamminò giù per la collina verso il pozzo vicino alla baracca. Due secchi della melassa giacevano vicino alla leva della pompa. Billy li riempì con la pompa. Ogni secchio conteneva circa due litri di acqua ed era tutto quello che i suoi muscoli di sette anni potevano alzare, quei due secchi, con i manici di ripiego fatti di cordicelle intrecciate.
Il pomeriggio era caldo e tranquillo. Non un alito d’aria agitava la secca erba gialla. Come Billy si mise in cammino per il sentiero udì delle risate provenire dal lago “del ghiaccio” non molto lontano. I Suoi amici erano già là, pescando, scherzando e divertendosi. Lo sconforto di Billy si scatenò in un fiume di lacrime.
A metà strada su per la collina, vicino al giardino, Billy si sedette per riposare all’ombra di un grande pioppo argentato. Righe fangose marcavano le sue guance dove le lacrime gocciolavano. Egli si lamentò: “Non è orribile; tutti quei ragazzi laggiù a pescare, ed io devo stare a casa e portare l’acqua”. Udì un suono come un fruscio di foglie scosse dal vento — whossssh. Ma Billy non sentì il vento. Pensò: “Che cos’è questo”?— e si guardò in giro. Le foglie, che avevano già cominciato ad ingiallire, stavano perfettamente immobili. Non si poteva vedere nemmeno un cenno di vento da nessuna parte. Egli continuò con il suo broncio. “I loro padri non fanno questo. Perché io devo portare l’acqua a quelle distillerie clandestine”?
Egli poté udire nuovamente il fruscio delle foglie. Alzatosi, guardò tra i rami sopra di lui, ma non vide nulla che si muovesse. Strillò altre lagnanze, quindi prese su i secchi e si avviò per il viottolo, il suo dito fasciato lasciava una particolare traccia dietro di lui sul sentiero sterrato. Aveva fatto solo un pezzettino di strada quando udì nuovamente quel rumore — Whossssh — più forte di prima. Billy si girò e questa volta lo vide. Un turbine roteò fra i rami a metà albero. Ciò di per sé non era strano. I turbini in autunno erano consueti. Lui li aveva visti spesso roteare attraverso i campi, raccogliendo foglie secche e portandole con se. Ma quei turbini andavano sempre in qualche luogo, muovendosi sempre attraverso la superficie della terra. Questo turbine sembrava essere fermo in un posto. Affascinato, Billy guardò le verdi, brune e gialle foglie che frusciavano e turbinavano. Improvvisamente una voce rimbombò dall’albero — una voce profonda, risonante, disse:
“Non bere mai, o fumare o contaminare il tuo corpo in alcun modo. Ci sarà un lavoro da fare per te quando sarai più grande”. Billy udì la voce così chiaramente come fosse suo padre a parlare — ma non era la voce di suo padre. Non aveva mai sentito una tale terrificante voce prima. Lasciò cadere i secchi e scappò via correndo verso la baracca gridando con tutti i suoi polmoni.
Ella lo raccolse nelle sue braccia. “Billy, cosa c’è? Ti ha morso un serpente”? Lei pensò che forse, camminando per il prato, suo figlio avesse pestato un serpente mocassino, testa di rame — serpente velenoso comune in quel paese.
“No, mamma balbettò, indicando giù nella collina verso il giardino. C’è un uomo in quell’albero laggiù”.
“Oh, Billy, Billy. Va. Smettila e vai a dormire”.
“No, mamma. C’è un uomo in quell’albero e mi ha detto di non bere o fumare”.
A questo, Ella rise. Strinse suo figlio tra le braccia e lo baciò sulla fronte, cercando di calmarlo. Ma Billy rimaneva nervoso e non si calmava. Lo mise a letto, poi andò di fretta dal vicino di casa più prossimo che aveva un telefono e chiamò un dottore. Dopo aver udito la storia, il dottore disse: “Il ragazzo è solo nervoso. Gli passerà”. Billy quella sera a cena ripeté la storia. “C’è un uomo in quell’albero ed ho sentito quello che mi ha detto. Io non passerò mai più di là”. E non lo fece mai. Da quel giorno in poi, ogni qualvolta lui andava al fienile evitava l’albero di pioppo, girando attorno al giardino dal lato opposto.
Due settimane più tardi Billy ed Edward erano di fronte alla baracca che giocavano a biglie sotto il melo, quando improvvisamente Billy sentì qualcosa di strano venire sopra di lui — una pressione che gli fece formicolare la pelle, come se qualche tipo di energia invisibile l’avesse circondato. Alzò lo sguardo. In qualche modo il fiume Ohio sembrava più vicino di quanto lo fosse prima. Come Billy guardò fisso in giù il fiume verso Jeffersonville, la regione selvaggia cambiò di fronte ai suoi occhi. Un ponte si formò su una riva, attraversando il fiume, pezzo dopo pezzo, costruito con rapidi movimenti. Esso non era come il basso, piatto ponte che aveva attraversato quando si trasferì in Indiana. Questo ponte sembrava immenso, con un’enorme arcata di ferro che lo sosteneva. Billy non aveva mai visto prima qualcosa di simile. Guardando più attentamente, notò degli uomini che lavoravano in alto sulla sovrastruttura. Poi vide una campata che si rompeva. Degli uomini caddero giù dalla trave in movimento lento. Billy li contò mentre cadevano. Lui vide 16 uomini scomparire sotto l’acqua oscura.
Lasciando cadere il suo sacchetto di biglie, Billy corse verso casa, gridando privo di controllo. Ella fece del suo meglio per calmarlo. Quando finalmente fu in grado di raccontare la sua storia, lei disse: “Billy, lo hai solo sognato”.
Billy insistette, “No, mamma. Ho avuto questa strana sensazione. Ho guardato verso il fiume, l’ho guardato bene! L’ho visto! Oh, mamma, ho paura”.
Charles diede la sua opinione. “Il ragazzo è solo nervoso, come disse il dottore”.
Ma Ella non era così sicura. Lei si ricordò di un giorno quattro anni prima quando Billy aveva farfugliato qualcosa su un uccello che gli diceva che avrebbero vissuto vicino a New Albany. Abbastanza stranamente, ciò si era avverato. Un ponte attraverso il fiume? Sedici uomini che muoiono? E se accadesse un giorno? Ella scrisse l’episodio, pensando: “Staremo a vedere”.