Owen Jorgensen

SOPRANNATURALE: La vita di William Branham

Il misterioso segno della sua nascita

Capitolo 1

1909 — 1912



“A quindici anni non si è troppo giovani per avere un figlio”, Ella Branham bisbigliò fra se, cercando di darsi coraggio. “Perché era arrivato il momento”.— La doglia la colpì di nuovo — più forte, più imponente di prima.

Ella sentì il panico aumentare con diffuso disagio. Si tenne la pancia gonfia e gemette: “Non ancora. Per piacere, non ancora. Non prima che Charles ritorni a casa”.

Gocce di sudore uscivano dalla sua fronte. Barcollò andando da una parte all’altra del pavimento in terra battuta, fino all’unica finestra della capanna, posta nel mezzo di una porta di legno grezzo. La finestra non aveva vetro, solo un’imposta di legno che Ella lasciava aperta durante il giorno e chiudeva la notte. Ora era aperta.

“Charles”! gridò. La sua voce sembrò svanire nel bosco deserto del Kentuchy, con la sua immensa distesa di colline e valli che si prolungano in ogni direzione. Sapendo che il suo vicino più prossimo viveva lontano diverse miglia, faceva sentire Ella disperatamente sola. Il dolore le stringeva lo stomaco, facendola andare nel panico. “Charles”! Gridò di nuovo. “Charles, dove sei”? Poi la sua voce si tramutò in un debole singhiozzo, “Per piacere vieni a casa. Ho bisogno di te”.

Charles Branham aveva ricevuto la sua paga di taglialegna quella mattina e andò in città — a Burkesville, Kentucky — per comprare una salopette, “In onore del mio primo figlio”, egli disse. Ma cosa lo tratteneva così a lungo? Che si sia attardato in una taverna? Se così fosse, non sarebbe stata la prima volta nel loro primo anno di matrimonio. Ma certamente Charles non avrebbe fatto una tale cosa oggi? Lui sapeva che il loro bambino doveva nascere da un momento all’altro.

Le contrazioni calarono, lasciandola esausta. Ella si chinò contro lo stipite scheggiato della porta, osservando il sole tramontare dietro gli aceri e le querce che avevano appena cominciato a germogliare. Era l’aprile dell’anno 1909. Come chiuse l’imposta rabbrividì.

Ora, l’unica luce nella baracca proveniva dal tramonto che filtrava dentro, attraverso le fessure dei tronchi grezzamente squadrati. Fasci di raggi di luce si muovevano lentamente sopra la tavola – un oggetto fatto in casa, ricavato da un ceppo segato con dei sostegni di legno per gambe e una panca per sedersi. L’unico altro pezzo del mobilio nell’unica stanza di circa 4 m di lunghezza, era un semplice letto inchiodato ad una parete. Ella andò barcollando fino al letto e si accasciò sul materasso di paglia, tirandosi il piumino fino al mento. Il cuscino fatto con l’involucro del granoturco scricchiolava sotto la sua testa ad ogni movimento. Ella pensava alla sua casa di prima in Paris, Texas, alla quale lei recentemente avrebbe voluto scappare. Lo scorso anno le era sembrata intollerabile. Ma ora, in questa circostanza, non le sembrava così brutta.

Ella crebbe in Texas come Ella Harvey. Suo padre era un cacciatore di selvaggina, d’animali da pelliccia e insegnante. Sua madre era un’indiana Cherokee purosangue. Ella, la più vecchia di quattro figli, aveva vissuto un’infanzia meravigliosa libera da preoccupazioni fino a tre anni prima, quando sua madre morì di scarlattina. Ella aveva appena dodici anni e suo fratello più giovane ne aveva solo quattro. Il lavoro domestico e materno cadde pesantemente su di lei.

Poco più di un anno prima, incontrò Charles Branham in un rodeo. Charles era piccolo e bello, con capelli neri e ricci, largo di spalle e abbastanza esperienza di cowboy per battere quasi ogni cavallo selvaggio che sfidava. Ella fu colpita dal suo fascino. Charles aveva 18 anni e lei 14, ma sembrava più vecchia. In quel momento, il matrimonio le era sembrato un buon mezzo per evitare il faticoso lavoro di prendersi cura dei suoi fratelli più giovani. Ora si chiedeva se fosse semplicemente caduta dalla padella nella brace. Eccola, a 15 anni, straniera nelle montagne del Kentucky, aspettando un bambino, a 60 km dal più vicino dottore, senza nemmeno un amico da chiamare in aiuto. Affondò la testa nel cuscino e pianse.                                        

 

Charles Branham ritornò alla baracca un’ora dopo il tramonto. Aveva bevuto, naturalmente, ma non abbastanza da offuscare i suoi pensieri. Aprì la porta pian piano così che non avrebbe disturbato la sua giovane moglie se fosse addormentata. Poi lui sentì il suo gemito. Rapidamente Charles accese un nodo di pino e lo mise sul coperchio di un vaso di frutta. Il nodo di pino bruciò con una debole, crepitante luce densa di fumo. Poiché la baracca era ventilata naturalmente, il fumo veniva trasportato via attraverso i travicelli, filtrando attraverso le fessure delle assicelle di copertura del tetto.

“Charles”, Ella bisbigliò debolmente, “Stanotte è la notte. Vai a prendere tua mamma”.

Charles accese il fuoco, poi si affrettò verso la baracca di sua madre. La notte era fredda e chiara, la luce delle stelle rendeva facile mantenere il sentiero. Un’ora dopo ritornò con sua madre e due donne sue vicine.

Nonna Branham era una vecchia donna scontrosa, dura come la pancetta affumicata. Ma vedendo questa piccola ragazza di 15 anni in travaglio si ammorbidì come il grasso caldo di procione ammorbidisce gli stivali di pelle. (Non che nonna Branham abbia mai usato stivali. Lei non ebbe mai un paio di scarpe in vita sua). Ora si prese carico della situazione. Avendo lei stessa 17 figli, era ben preparata come ostetrica per la sua nuova nuora. Insistette affinché Charles aspettasse fuori. Egli non questionò. Presa una coperta, andò fuori zigzagando sotto la tettoia bordeggiando la baracca fino ad un’estremità, facendosi il letto con trucioli di legno e cortecce. Presa una bottiglia di whiskey dalla tasca, Charles la tracannò per calmare i suoi nervi. Subito dopo cadde in un sonno profondo.

Come l’alba si avvicinava, l’agitazione dentro la baracca aumentava sempre più. Charles si alzò. L’orizzonte ad est si stava rischiarando con l’avvicinarsi dell’alba, ma il sole non era ancora sorto. Egli maledì se stesso per essersi assopito, poi si preoccupò perché suo figlio non era ancora nato. C’era qualcosa che non andava? Forse sarebbe dovuto entrare e controllare? Prima che potesse decidersi, udì lo strillo acuto di un neonato. L’uscio della baracca si aprì all’improvviso e una delle due donne del vicinato chiamò: “Charles Branham, è un bambino”.

Timidamente Charles si trascinò dentro e chiuse la porta. La stanza odorava di fumo di grasso di candela che era sulla tavola. Nonna Branham finì di lavare l’infante che pesava kg 2,27e delicatamente lo pose nelle braccia di sua madre, Charles rimase vicino al letto con le sue mani infilate nella pettorina della sua nuova tuta, osservando nervosamente quella piccola creatura che si dimenava vagendo, quello era suo figlio.

Ella disse: “Charles, ha gli occhi blu come i tuoi”.

Charles studiò i piccoli occhietti, ma in quella fioca luce non poteva distinguere il colore. “Il suo primo nome sarà William”, disse: “E il suo secondo nome sarà Marrion”.

Ella provò il nome con la lingua, William… Marrion… Branham. Sembrava abbastanza distinto. E può essere chiamato Billy. Charles, penso che anche Billy avrà i capelli ricci come te. Apri l’imposta così posso vederlo meglio”.

Erano appena passate le cinque di martedì mattina del 6 Aprile 1909. La luce del mattino filtrava attraverso le fessure, sebbene il sole non fosse ancora arrivato all’orizzonte. Charles aprì l’imposta, poi indietreggiò, spaventato. Qualcosa sfrecciò attraverso la finestra aperta — una Luce, come una stella, dal diametro di circa 30 cm. Ella gridò e strinse suo figlio al petto cullandolo. Gli altri, sbalorditi, indietreggiarono contro la parete. La strana Luce roteò nella stanza diverse volte poi si fermò sopra il letto, restando sospesa sopra la nuova mamma e il bambino, risplendendo di una Luce verde giallognola, pulsando con una vita sua. Per meno di un minuto mantenne quella posizione — non a lungo, ma abbastanza a lungo perché ognuno nella baracca potesse essere sicuro d’averla vista realmente. Poi velocemente com’era entrata, la palla di fuoco uscì roteando, passando tra i travetti attraverso il tetto.

Charles fissava le assi del tetto con occhi spalancati e inamovibili. Improvvisamente una folata d’ali attirò la sua attenzione verso la porta, dove una colomba era atterrata sul davanzale della finestra aperta. La colomba bianca come neve diede uno sguardo alla stanza con curiosità, quasi come se stesse cercando qualcosa. Quando individuò il neonato, drizzò la testa e tubò verso di lui e volò via. Charles guardò fisso l’uccello per un momento, poi rivolse i suoi occhi di nuovo verso il soffitto.

Una delle due donne borbottò, “Bene, io mai”...

L’altra meditò, “Che sorta di giovane sarà mai questo ragazzo”?

Billy Branham aveva solo 15 minuti di vita.

 

Le notizie si diffusero velocemente fra la gente delle montagne a riguardo di: “Quel bambino nato lassù sulle montagne con quella Luce sopra di lui”. Alcuni ci passavano sopra come se fosse stata una luce riflessa da uno specchio. Charles ed Ella avevano più buon senso, nella baracca non ci furono mai stati specchi. Per di più il sole non era ancora alzato. Loro erano perplessi. C’era qualche significato spirituale in quella Luce? Charles voleva dimenticarlo, ma Ella no. Lei insistette affinché, “qualche cosa doveva essere fatta”, alla fine decisero che il loro bambino doveva essere portato in chiesa e consacrato a Dio. All’inizio Charles si oppose a quest’idea; ma alla fine acconsentì, sebbene la concessione andasse contro la tendenza del suo carattere. Ora il quesito venne: dove lo avrebbero portato?

Gli antenati di Charles Branham erano rigorosamente Cattolici Irlandesi. Dalla parte di Ella, anche gli Harvey erano Cattolici Irlandesi, eccetto che per la mamma di Ella, la quale apparteneva alla nazione Cherokee. Comunque, entrambi Charles ed Ella si allontanarono completamente dal loro fondamento cattolico e nessuno di loro aveva un’apparente convinzione religiosa. Essi si accordarono che per il loro scopo, la migliore chiesa era la chiesa più vicina.

Cosicché quando Billy Branham aveva due settimane, Charles ed Ella lo fasciarono e lo portarono giù alla chiesa Battista Opossum Kingdom, dove una piccola congregazione si riuniva ogni domenica in un grezzo edificio di tronchi e il pavimento in terra battuta e i banchi d’assi sostenute da ceppi di legno. La chiesa Battista Opossum Kingdom non aveva un pastore regolare. Quasi tutte le Domeniche la congregazione cantava canti e leggeva la Bibbia. Ma ogni due mesi un predicatore itinerante arrivava e predicava un sermone. Il vecchio predicatore oggi era qui. Elevò preghiere per il piccolo William Marrion Branham, chiedendo a Dio di usare un giorno questo ragazzo per il Suo servizio. Fu l’ultima volta che Billy Branham entrò in una chiesa per 23 anni.                   

 

Tagliare legna spesso costringeva Charles a rimanere lontano dalla moglie e da suo figlio per tutta la settimana. In quell’Ottobre 1909, una bufera di neve lo bloccò lontano da casa nel luogo dove tagliava la legna. Ella, gravida di quattro mesi del secondo figlio, era preoccupata di come le provviste diminuivano. Quando la legna per il fuoco si esaurì, si avvolse i piedi in sacchi di iuta e si avviò lottando contro un vento pungente e i cumuli di neve che gli arrivavano fino alla cintola, lottando per farsi strada nei boschi per tagliare qualche piccolo alberello e dei rami secchi, trascinandoli poi alla baracca in un disperato tentativo di tenere il fuoco acceso. Ma quando il cibo finì, perse ogni speranza. Il fuoco si ridusse in cenere; Ella era troppo debole per fare un altro giro fuori nei boschi. Riunendo ogni straccio della baracca, avvolse se stessa e il figlio il meglio possibile, poi si trascinò nel letto e tirò sopra di loro il piumino. Fuori il vento soffiava incessantemente. La stanza si raffreddò tanto che l’acqua dei secchi si congelò. Ella fissava con lo sguardo i travetti considerando ancora quella strana Luce alla nascita del suo primo figlio. Aveva pensato molte volte a questo nei mesi scorsi. Qualche volta lei pensò che fosse un segno che Billy era destinato a qualcosa di grande, ora le sembrava insignificante, poiché la morte di entrambi non poteva essere lontana.

La persona più vicina era un vecchio uomo che viveva dall’altra parte della valle. Quando la tormenta cessò, questo vicino uscì da casa per sbrigare alcune faccende. Poteva appena scorgere il tetto della baracca dei Branham e notò che non c’era segno di fumo che usciva dal camino. In quel momento non ci fece molto caso, ma dopo alcuni giorni cominciò a preoccuparsi. Aveva visto il fumo uscire dalla baracca prima della tormenta; nessuno avrebbe potuto lasciare la baracca durante la tormenta. Presagendo qualcosa di brutto, decise di investigare. Come si avvicinò alla baracca, vide che non c’erano impronte nella neve caduta di fresco. Ciò confermò il suo timore che nessuno aveva lasciato la baracca dopo che la tormenta era cessata. Bussò, ma nessuno rispose. Quando provò ad aprire la porta, notò che era chiusa dall’interno. Ora era sicuro che dovesse esserci qualcuno dentro. — Qualcuno che doveva essere in gravi condizioni o avrebbero risposto. Con un grande sforzo riuscì a forzare la porta.Ciò che scoprì all’interno lo fece rabbrividire.

Ella e il bambino erano raggomitolati nel letto, pressoché morti di fame e freddo. Precipitosamente prese l’ascia di Ella e andò nel bosco e riportò abbastanza legna per riscaldare la baracca. Non trovando cibo, camminò faticosamente verso casa e ritornò con tanti generi alimentari quanti ne poteva portare. Chiamare un dottore non era nemmeno pensabile, così il vecchio uomo si prese cura della giovane mamma e del bimbo. Prima che Charles si facesse un varco tra i cumuli di neve fino alla baracca, sua moglie e suo figlio incominciavano a riprendere forza.

Il rimanente di quell’inverno Charles rimase vicino a casa, cacciando selvaggina e animali da pelliccia per mantenere la dispensa piena. In primavera ritornò a tagliare legna. Dopo che il ghiaccio si sciolse, lui attaccava i tronchi ad un bue e uno per volta li trascinava giù al fiume Cumberland, dove altri taglialegna li avrebbero legati insieme come una zattera, fatti galleggiare fino al fiume Ohio e poi nel Mississippi.

 

Nel Marzo del 1910, Charles ed Ella ebbero il loro secondo figlio, Edward. Alcuni mesi dopo, ora sedicenne, sentì un altro bimbo crescere nel grembo. Ella partorì il suo terzo figlio all’inizio del 1911. Era un altro maschio. Lo chiamò Henry. Charles lavorò dalla primavera all’estate fino l’autunno del 1911. Poi la sfortuna colpì di nuovo, strappando Charles dalla sua giovane famiglia e quasi uccidendolo.

Come il più giovane di 17 figli, Charles Branham crebbe con molti cattivi maestri. Egli imparò a bere whiskey quando era solo un ragazzo e imparò a sistemare le questioni con i suoi pugni. Nell’autunno del 1911, Charles era ad una festa, quando scoppiò una lite. Alcool di contrabbando e uomini induriti fecero un’eccellente mistura e subito la lotta finì in una feroce rissa coinvolgendo ognuno nel locale. Un robusto prepotente di nome Willy Yarbrough diede un pugno ad un amico di Charles buttandolo a terra, saltò sopra di lui, estrasse il coltello e stava quasi per affondarlo nel suo cuore, quando Charles gettò una sedia sulla testa di Willy. Charles indietreggiò ed estrasse il suo coltello. Willy dimenticò l’uomo sul pavimento e inseguì Charles. Willy avrebbe tagliato la gola a Charles se ne avesse avuto l’opportunità — egli era un uomo senza misericordia il quale aveva ucciso il suo proprio figlio con una stanga del recinto — ma il coltello di Charles trovò il suo bersaglio per primo, lasciando Willy in una pozza di sangue, senza sensi, sebbene ancora vivo. Quando le notizie di questa rissa arrivarono a Burkesville, Kentucky, Charles fu reso responsabile come capo banda e fu accusato di tentato omicidio. Uno sceriffo salì a cavallo per arrestarlo. Prima che lo sceriffo potesse trovarlo, Charles annusò il pericolo. Dovette partire in fretta, non sapendo dove sarebbe andato o cosa avrebbe fatto. Prima di partire, promise ad Ella che appena possibile avrebbe trovato un lavoro e un posto per vivere per loro e l’avrebbe fatta chiamare, usando un nome falso così che non sarebbe stato rintracciato.

E così, nello spazio di un pomeriggio, Charles svanì, lasciando sua moglie sola nei boschi a provvedere per se stessa e i suoi tre figli. Billy aveva due anni e mezzo, Edward uno e mezzo e Henry quasi sei mesi. A 17 anni, Ella era pressoché lei stessa una bambina. Passate alcune settimane, capì che Charles aveva lasciato parte di se stesso con lei. Era di nuovo incinta.

Quell’autunno e quell’inverno portarono Ella al limite delle sue forze. Le sembrava di vivere in un incubo, cercando di prendersi cura dei tre bambini in una misera baracca isolata, mentre in quel periodo di tempo aveva molte nausee. Non aveva denaro, né mezzi né forze. Se non fosse stato per l’aiuto dei parenti di Charles – poveri com’erano — Ella sapeva che non sarebbe sopravissuta.

Ma finalmente le stagioni cambiarono, il suolo si scongelò, la nausea cessò. Henry passò il suo primo compleanno, Edward il secondo e Billy il terzo compleanno, il bambino scalciava e si torceva nel grembo di Ella che era prossima al parto. Una volta durante la primavera del 1912, uno sceriffo si fermò davanti alla baracca per chiedere se Ella avesse avuto notizie di suo marito. Lei poté dire la verità — non aveva notizie di lui e non aveva idea dove egli fosse.

 Alcuni giorni dopo la visita dello sceriffo, Billy ed Edward stavano giocando fuori, dietro alla baracca dove una piccola sorgente manteneva il terreno fangoso. Billy volle far vedere al fratello più giovane come era forte, così prese su il più grande sasso che poté alzare, lo tenne sospeso sopra la sua testa e lo gettò nella sorgente. Il sasso sprofondò nel fango accanto all’orlo dell’acqua schizzando il fango su Edward che immediatamente gridando e ondeggiando ritornò alla baracca. Un pettirosso cominciò a cinguettare con impeto. Billy ispezionò i rami finché notò l’uccello su un albero vicino. Fece un passo verso di esso e l’uccello volò via. In quel momento accadde qualcosa di così eccezionale che avrebbe segnato la sua tenera mente e sarebbe divenuta la prima memoria della sua fanciullezza. Da dove il pettirosso era situato, venne un suono come di vento che fruscia tra le foglie — whoossssh. Poi una voce tuonò dall’albero — una voce molto chiara, umana — la quale disse: “Tu vivrai vicino una città chiamata New Albany”. Con uno strillo di terrore, Billy scappò nella baracca il più veloce possibile che le sue tozze e corte gambe potessero portarlo, strillando, “Mamma! Mamma”!

Ella stava pulendo il fango dalla pancia di Edward. “Billy, cos’è successo”! Domandò, mentre stringeva il figlio più vecchio a se.

Un uccello mi ha parlato, mamma. L’ho sentito cantare in un albero e poi mi ha parlato”.

Ella sorrise, “Stavi sognando figliolo”.

Ma Billy insistette. “L’ho sentito mamma. L’ho sentito parlare”.

“E cosa disse quest’uccello”? Ella lo stuzzicò, ancora pensando che fosse l’immaginazione di Billy.

“Egli mi disse che avremmo vissuto vicino ad una città chiamata New Albany”.

Questa risposta l’inquietò. Non sembrò come qualcosa che un piccolo ragazzo avrebbe fatto nel suo gioco. Andò dietro la baracca e chiamò in direzione del bosco, “Ehi. C’è qualcuno la”? Quando rientrò, Billy, chiese: “Mamma dove è New Albany”?

“E’ una città dell’Indiana, proprio dall’altra parte del fiume a Louisville, Kentucky, a circa 160 km da qui. Billy, dove hai sentito parlare di New Albany”?

“Io non ho mai sentito di New Albany, mamma, fino a che quell’uccello non mi ha parlato. Mamma, quando andremo a vivere là? Ci sarà anche papà a vivere là con noi”?

Ella scosse la testa.

Alcune settimane più tardi la lettera di Charles aspettata da lungo tempo arrivò. Ella sedeva al tavolo ricavato da un ceppo fissando la busta che teneva tra le dita tremanti. Billy stava sulla punta dei piedi sbirciando sopra il piano del tavolo. “Aprila, mamma”.

Ella fece una risatina nervosa, “Sì certo. L’abbiamo aspettata per lungo tempo; perché dobbiamo aspettare ancora”?

Con attenzione staccò il lembo incollato, tolse la lettera dalla sua busta, l’aprì e cominciò a leggere. Poiché suo padre era un insegnante, lei ricevette una discreta cultura. Ma Charles non aveva praticamente nessun’istruzione e non sapeva nemmeno leggere e scrivere, neppure il suo proprio nome. Uno dei suoi fratelli che viveva a Louisville scrisse questa lettera per lui.

“Che dice mamma”? Chiese Billy.

Lei parlava, mentre leggeva. “Dice che tuo padre è in Indiana. Ha trovato un lavoro fisso e un posto per vivere per noi e vuole che andiamo subito. E’ una piccola città di nome Utica, circa dieci miglia a nordest di”— si fermò repentinamente e guardò con stupore suo figlio di tre anni. Come può essere?

“Dove, mamma? Dov’è Utica”? Billy insistette.

Ella rispose lentamente, “Billy, noi andremo ad abitare a dieci miglia nordest di New Albany, Indiana”.



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