Owen Jorgensen

SOPRANNATURALE: La vita di William Branham

Sollevato nell'aria

Capitolo 12

1933



La nuova fede di William Branham non era una cosa secondaria o extra per lui, come la marmellata o il burro spalmato sul pane. Era il suo pane. Per 24 anni vagabondò senza meta nel suo proprio deserto spirituale, affamato al punto di morire di fame (nel senso spirituale); mangiando cortecce, foglie, ed erba per mantenersi vivo. E ora, per la prima volta nella sua vita, stava mangiando vero cibo pieno di nutrimento spirituale, nutrendosi di Gesù Cristo, il Pane della Vita, il Quale venne dal cielo per dare vita eterna all’uomo moribondo. Bill sentì la sua forza spirituale crescere settimana dopo settimana. Improvvisamente il mondo conteneva più significato che il solo sudore, vesciche, rifiuto e confusione. Ora Bill aveva la speranza e l’amore ed uno scopo che erano eterni. La sua fede in Gesù Cristo rapidamente divenne il centro della sua esistenza, il perno sul quale tutti i suoi pensieri e attività si basavano.

Bill udì il suo pastore dire nella predica che la ragione per la quale l’onnipotente Dio scrisse i suoi pensieri nella Bibbia, fu perché ogni Cristiano potesse saper riconoscere la volontà del Signore per la sua vita; tutto quello che serviva era leggere la Bibbia e pregare. Quel detto diede comprensione a Bill, lesse voracemente la sua Bibbia, ansioso di aumentare la sua conoscenza della Parola, così da poterla mettere in uso quotidianamente. Per lui la Bibbia sembrò come una casa piena di tesori che aveva ereditato improvvisamente. Volle entrare in ogni stanza, estraendo i cassetti, aprendo le credenze, e cercando negli armadi per vedere precisamente quello che lui ora possedeva. 

Lui non aveva letto molti libri da quando aveva finito la scuola elementare dieci anni prima, così le sue abilità di lettura erano arrugginite e lente.

Egli aveva una comprensione generale abbastanza buona, ma non poteva pronunciare quei difficili nomi dell’Antico Testamento, come Artaxerxes, Nebuchadnezzar, Zerubbabel, e Benaiah; e spesso lottava con quella strana sintassi della Bibbia inglese King James, così lontana dal suo dialetto del Kentucky. Quando predicò il suo primo sermone all’inizio del 1933, Bill non si fidò del suo linguaggio per leggere la Bibbia ad alta voce. Allora persuase Hope a sedersi dietro di lui sulla piattaforma e leggere il testo ogni volta che le avesse fatto un segnale. Il suo soggetto era la grazia e l’attenzione di Dio nella tumultuosa vita di Sansone. Hope lesse il testo per Bill dal libro dei Giudici, poi Bill cominciò ad esporre. Subito dopo volle leggere alla congregazione quello che Gesù disse in Giovanni 14. Fece un segno col capo a Hope e lei cominciò: “Non sia il vostro cuore turbato”. Bill la interruppe, avete sentito quello che ha letto; non siate turbati”. Fece di nuovo un cenno a Hope ed lei continuò a leggere, “Credete in Dio, credete anche in Me”. Di nuovo Bill interruppe”, lo fate voi? Veramente lo credete”? Così continuò il suo primo tentativo di predica – goffo e insicuro, sì, ma riscattato da un’intensa sincerità che lo fece essere eloquente.

Ella Branham, ascoltando nell’auditorio, considerò attentamente le parole di suo figlio. Il drammatico cambio di vita di Bill, come anche la sua miracolosa guarigione, risvegliò qualcosa di spirituale nel profondo della sua anima. Rispose affidando la sua propria anima a Gesù a 39 anni. Traboccante di gioia, Bill battezzò sua madre nel nome del Signore Gesù Cristo.

 Incoraggiato dalla decisione di sua madre, Bill cominciò ad insistere con suo padre per farlo venire in chiesa. Charles Branham rifiutava, e, a dispetto di tutti gli sforzi di Bill, rifiutava di muoversi in quella direzione. Ciò dava fastidio a Bill. Egli non poteva disinteressarsi dei perduti, basato sull’orribile esperienza avuta durante l’operazione all’età di quattordici anni, quando gli era sembrato di precipitare giù nella regione dei perduti e delle anime alla deriva. Ora Bill pregava spesso, “Caro Dio, non permettere che mio padre vada in un posto simile; per favore fagli vedere la Tua grazia e che accetti il Tuo perdono”.

Una sera dopo che quasi tutta la sua famiglia era andata a letto, Bill si distese sopra un giaciglio nella stanza di fronte, pregando per suo padre, il quale era a bere alla locale taverna. Mentre Bill pregava, ebbe un’impressione, come se una voce dicesse, “alzati”. Egli si alzò e si avviò verso la porta, non sapendo il perché, ma come sentendosi attirare verso qualcosa.

Dietro la casa, un sentiero attraversava alcuni appezzamenti abbandonati e pieni di saggina rossa, alta fino alle ginocchia; quell’erba era molto comune in quella zona. Bill seguiva il sentiero alla luce delle stelle. Quando arrivò al centro del campo, s’inginocchiò, chinò il suo capo, congiunse le mani e continuò a pregare per suo padre. Improvvisamente aprì gli occhi e si spaventò nel vedere un uomo a circa 3 m di fronte a lui; un uomo molto strano – piccolo e magro di corporatura, con capelli che gli scendevano sulle spalle, la barba ben curata, la veste bianca che risplendeva sotto le stelle. L’uomo era di lato a Bill e guardava verso est. Aveva un aspetto sereno. Le sue mani erano congiunte e i piedi divaricati, uno leggermente davanti all’altro. Bill guardò una seconda volta quei piedi. Incredibilmente, non toccavano il suolo!

“Ora, aspetta un minuto”, pensò Bill, mentre batteva le sue nocche tanto da farsi male. Non sto dormendo. No, io stavo là pregando per mio padre e qualcosa mi disse vieni qua fuori... ed ecco qui quest’uomo”. –

Tutto sembrava veramente reale; la stessa brezza che faceva ondeggiare l’erba alta, faceva oscillare anche la bianca veste dell’uomo. Bill strappò uno stelo di saggina e lo mise in bocca come uno stuzzicadenti. Pensò, “Assomiglia al Signore Gesù. Mi chiedo se è Lui”?

 Saltando fuori dal sentiero, Bill si spostò per vedere un po’ meglio la faccia dell’uomo. Si schiarì la gola, “Ah-ham”. L’Uomo non si mosse. Bill pensò, “Voglio chiamarlo”. Ad alta voce disse:

 “Gesù”? L’Uomo si girò e tese le sue braccia.

 Quella fu l’ultima cosa che Bill ricordò. Perse conoscenza e cadde in avanti, ma non prima che quella faccia fosse stampata per sempre nella sua memoria un volto così ricco in carattere che nessun artista al mondo avrebbe mai potuto dipingerlo. Era un volto severo ed autoritario –sembrava che se avesse parlato, il mondo sarebbe finito – eppure i suoi occhi irradiavano una tale dolcezza, compassione e amore.

All’alba Bill ritornò in se stesso, ancora nel campo di saggina, tremando per la fredda aria notturna e per la camicia del pigiama tutta bagnata, evidentemente inzuppata dalle proprie lacrime. Andò a casa, si vestì, poi balbettando per l’eccitamento, si diresse direttamente alla casa del suo pastore per chiedere una sua opinione. Il dottor Davis era lontano dall’essere eccitato per l’accaduto. “Bill, ciò ti farà impazzire. Quello è il diavolo. Non scherzare con quelle cose”.

Quelle erano parole scoraggianti, che venivano da un uomo che Bill rispettava altamente. Bill lasciò la casa del pastore impaurito e confuso…volendo una seconda opinione. Bill allora visitò un suo vecchio amico, il reverendo Mckinney, raccontò a quest’anziano ministro ogni cosa che gli era successa. “Ora, fratello Mckinney, cosa ne pensi ”? Il reverendo Mckinney si accarezzò il mento pensieroso”. Bene, Bill, ti dirò… io credo che se tu manterrai una vita pura e predichi solo quello che è scritto nella Bibbia … la grazia di Dio e così via… io credo che farai meglio a startene lontano. Se fossi in te, starei alla larga da queste strane cose”.

“Signore, non penso di andare dietro a cose strane. Sto solo cercando di scoprire di cosa si tratti”.

 Il reverendo Mckinney annuì. “Bill, anni fa avevano questa specie d’esperienze nella Chiesa. Ma da quando gli apostoli terminarono, quelle cose cessarono con loro. Ora la sola cosa che noi abbiamo, che mostra quel tipo di fenomeni sono demoni e spiritisti”.

 “Oh, fratello McKinney, lo pensi davvero”? “Sì”.

  Bill rabbrividì al pensiero. “Oh, Dio, abbi misericordia di me! Fratello McKinney, vuoi unirti in preghiera con me affinché non mi succeda mai più. Tu sai che io Lo amo e non voglio sbagliare in queste cose”.

 “Sì, lo voglio fratello Bill”.

Entrambi s’inginocchiarono. Il reverendo McKinney pregò, “Padre Celeste, ti prego di impedire questi avvenimenti demoniaci che affliggono questa giovane vita cristiana”.

 “Sì Padre Celeste”, Bill concordò in preghiera, “Per piacere non permettere che queste cose mi accadano ancora di nuovo”. Ma continuarono ad accadere proprio allo stesso e con regolarità. Qualche volta sentiva una strana pressione pulsare contro la sua pelle, come se qualcosa o qualcuno d’invisibile stesse vicino e soffiava su di lui. La sua pelle gli pizzicava. Si sentiva nervoso. Altre volte mentre lavorava, si trovava all’improvviso da un’altra parte per alcuni minuti, osservando qualcosa accadere chiaramente come se fosse seduto in prima fila ad osservare la scena. Poi si ritrovava di nuovo all’inizio da dove era partito, alla fine della trance, la vita riprendeva come se niente fosse accaduto. Ma l’immagine rimaneva nella sua mente, egli era stato là. Lui aveva visto qualcosa che non poteva dimenticare o essere in disaccordo, anche se non sapeva cosa volesse dire.

Egli pensò nuovamente alle parole del suo pastore: “Se tu vuoi conoscere la volontà di Dio per la tua vita, allora leggi la Bibbia e prega. Bill trovò un posto sotto una vecchia quercia e pregò per il suo problema fino a notte inoltrata. Una volta, dopo essersi dato una spolverata andò a casa dopo mezzanotte. Sua mamma lo sentì entrare e lo chiamò dicendogli che sua sorella era ammalata. Bill si fermò presso la stanza dove Dolores stava dormendo, s’inginocchiò e pregò per sua sorella di tre anni, poi salì di sopra nella sua stanza. Appena chiuse l’uscio, udì un rumore crepitante come di un corto circuito di due cavi elettrici che si toccano. Poteva essere stato un corto circuito nella stanza? I suoi occhi scrutavano le valvole sul muro quando la sua stanza fu ripiena di una strana luce giallo verde. Un istante dopo la stanza svanì completamente.

 A Bill sembrò di essere in piedi nell’aria. Il terrore scosse i muscoli del suo cuore. Cosa stava succedendo? Stava morendo? O era già morto? Quella luce risplendeva tutto intorno a lui, filtrando giù da una sorgente da qualche parte sopra di lui. Guardò in su e ad occhi sbarrati, vide una grande stella scintillare e roteare verso di lui. Il cuore di Bill batteva come un timpano. Il petto si restrinse e non poteva respirare. Provò a gridare, ma non potè emettere alcun suono dai suoi polmoni. La strana palla di fuoco si ristrinse avvicinandosi fino a diventare grossa come un pugno. Essa colpì il suo petto senza alcuna forza apparente, seppellendosi nel suo cuore.

A quel punto la scena cambiò. Bill si ritrovò su una collina erbosa. Sul terreno di fronte a lui stava un vaso per dolci di antica foggia, quel tipo con il fondo quadrato e il tappo rotondo ma al posto di contenere i bastoncini di caramelle alla menta, conteneva una gran falena del tabacco che batteva freneticamente contro il vetro, cercando di liberarsi. Volendo guardare la campagna, Bill si girò alla sua destra. C’era un angelo, austero e straordinario, vestito con una veste bianca che sembrava irradiare una luce propria. Bill socchiuse gli occhi cercando di vedere il volto dell’angelo ma poteva solo scorgere una vaga sembianza che sembrava una macchia di luce.

L’angelo disse, “Stai attento. Guarda quello che ti mostro”, e indicò il vaso.

Billy guardò di nuovo verso il vaso giusto in tempo per vedere un braccio gettare un sasso che colpì il vaso, rompendo la prigione della falena. La grossa falena del tabacco cercò di scappare via, ma non poteva alzarsi da terra; il suo corpo era troppo pesante per le sue ispide ali. La falena aprì la bocca facendo uscire una gran quantità di mosche, riempiendo l’aria con il loro arrabbiato ronzio. Le mosche si sparpagliarono in ogni direzione. Una di esse volò nell’orecchio di Bill. Billy sussultò.

L’angelo disse: “Fai attenzione. Le mosche rappresentano spiriti immondi, come spiriti di divinazione o indovini. Stai attento”.

Bill non seppe come ritornò a casa. Un momento prima si trovava sulla collinetta e subito dopo era di nuovo nell’oscurità della sua camera. Tutto in un batter d’occhio. Dove era stato? Come aveva potuto trovarsi là e com’era potuto ritornare a casa? Quell’esperienza lo lasciò perplesso e così sgattaiolò nel letto. Ma quella notte il sonno lo abbandonò. Continuava a pensare nella sua mente all’avvertimento dell’angelo, chiedendosi cosa volesse dire.

Il giorno dopo, al lavoro, Bill era estremamente prudente ed eccitato. Si aspettava che accadesse qualcosa di drastico. Durante l’intervallo di pranzo si fermò alla drogheria dove George DeArk e suo fratello Ed lavoravano. Bill era nel retro bottega che raccontava a George la visione, quando una donna entrò dalla porta principale. Una particolare pressione lo sfiorò, la stessa sensazione che sperimentò, quando salì sull’autobus Greyhound, quella volta che gli si accostò un’astrologa. Lo accennò al suo amico. “George, c’è qualcosa di strano in quella signora”.

Fermatasi vicino al registro di cassa, la signora disse a Ed DeArk, “Sto cercando un uomo di nome Branham. Mi è stato detto che è un uomo di Dio”.

 “Bene, sei fortunata. Egli è qui nel negozio”. Ed gridò verso il retro, “ Bill, c’è qualcuno che vuole vederti”.

Appena Bill arrivò, la donna chiese: “Sei tu William Branham, il profeta di Dio”?

 “Io sono William Branham”.

 “Sei tu quello che ha fatto quel miracolo al signor William Merrill all’ospedale e hai guarito anche Mary Der Ohanion dopo che lei era stata paralizzata per diciassette anni”?

Billy scosse il capo. “Signora, non è così. Io sono William Branham ed ero là, quando queste due cose accaddero, ma non li ho guariti io. Gesù Cristo compì quei miracoli”. Ciò la soddisfò. “Io ho perso dei beni personali vuoi tu localizzarli per me”.

Billy non capì ciò che intendeva con quell’asserzione, ma riconobbe che quella situazione era l’avvertimento della visione della scorsa notte. Rispose: “Signora, è venuta dalla persona sbagliata; lei doveva cercare un mago o un medium”.

Sembrò sorpresa. “Non sei tu un medium”?

 “No non lo sono. I medium sono dal diavolo. Io sono un cristiano ed ho lo Spirito di Dio”

Ella si raggelò. Improvvisamente Bill realizzò che lei stessa era una medium. Disse: “La scorsa notte il Signore mi mandò un angelo per avvertirmi della tua venuta e dirmi di stare attento. Questa tua opera è del diavolo e rattrista lo Spirito di Dio”.

La donna portò di scatto le mani al cuore. “Ho bisogno di qualche medicina”.

 “Signora, la smetta di fare queste cose e il suo cuore ritornerà a posto”.

Girò i tacchi ed uscì fuori dal negozio stizzita. Ancora in vista, si fermò è nuovamente si strinse convulsamente il cuore. Con un grido acuto, stramazzò sul marciapiede. Nel frattempo Ed e Bill la raggiunsero, ma lei era già morta.

Anche altri messaggi vennero tramite visione, sebbene non sempre così chiari e ben definiti. In unn visione Bill si ritrovò in una sera grigia che saltellava giù per una strada. Si sentiva così allegro e felice…allo stesso modo di quel giorno che aveva dato il suo cuore al Signore Gesù Cristo… e nella visione lui stava saltellando come se stesse boxando un rivale immaginario per esprimere la sua gioia. Improvvisamente una grande ombra nera corse verso di lui, come se fosse un cane che veniva verso di lui per morderlo. Allarmato, Bill gli diede un calcio e gridò: “Vai via, cane!”

La forma ombrosa si alzò. Con sorpresa Bill vide che non era un cane, ma un uomo alto vestito di nero. L’uomo grugnì, “mi hai chiamato cane”.

 “Sono spiacente, signore” Bill si scusò. “Pensavo che foste un cane perché eravate disteso sulle ginocchia e sulle mani”.

L’uomo ringhiò: “Darmi del cane? Ti ucciderò per questo”. Dalla sua cintura, l’uomo estrasse una lunga sciabola e attaccò Bill con passi lenti e decisi, con uno sguardo assassino”.

 “ Per favore, signore”, Bill supplicò, mentre retrocedeva, “per favore mi comprenda. Non sapevo che foste un uomo. Io veramente pensavo che foste un cane”.

Il folle uomo non esitò; ad ogni passo sembrava sempre più un diavolo. “Ti insegnerò io a chiamarmi cane. Ti ucciderò”.

Improvvisamente la schiena di Billy fu ostacolata da un fognolo…era in trappola. “Signore non ho paura di morire, perché ho Gesù nel mio cuore. Solamente voglio che voi capiate che vi ho chiamato cane per errore”. 

La figura scura ringhiò irragionevolmente, “ti ucciderò”. Lui elevò la lama curva in alto, pronto per colpire. 

Billy gridò. In quel momento, sentì un rumore dall’alto, che lo fece guardare in su. Giù dal cielo scendeva un uomo vestito in una veste bianca. Piantò fermamente i suoi piedi al lato destro dell’assalitore di Bill affrontandolo con determinazione, con uno sguardo severo, inflessibile. L’assalitore indietreggiò; il suo coltello era ancora sospeso in alto nell’aria, vibrò, poi lo lasciò cadere dalle sue dita roteando, la figura scura corse via a tutta forza. 

L’uomo in bianco si voltò verso Bill e sorrise… almeno Bill lo considerò un sorriso. Bill si sforzava il più possibile per vedere chiaramente quella faccia, ma le caratteristiche dell’angelo erano velate ed irriconoscibili. Con la veste bianca strettamente intono a lui, l’Uomo salì di nuovo nei cieli. Poi la visione finì. 

Che cosa poteva significare? Bill non era sicuro, ma finché qualche cosa di più specifico non glielo avesse rivelato, pensava che Dio avrebbe mandato un angelo per proteggerlo da ogni trappola che il diavolo gli avrebbe tesa. 

William Branham prese il suo nuovo ministero seriamente. Fedele al suo impegno, predicò il Vangelo ad ogni opportunità, condividendo la sua fede nell’amore e la bontà di Gesù con i vecchi amici, conoscenze casuali e persone completamente estranee. Una delle prime persone che lui condusse al Signore fu il sig. Short, lo sceriffo, il quale aveva avvelenato Fritz, il cane da caccia di Bill. Molti altri seguirono. Bill testimoniava di Gesù continuamente. Né temeva di parlare in luoghi non convenzionali, come fermate di autobus, garage di meccanici, angoli di strade e parchi di città, in ogni luogo dove poteva trovare una folla di persone che si sarebbe fermata abbastanza a lungo ad ascoltare. La sua fede di conseguenza era continuamente sfidata. 

Un sabato Bill stava predicando in un parco ad un piccolo gruppo di persone, quando un uomo che viveva vicino al parco gli si avvicinò portando un sacco di generi alimentari nelle sue braccia. Bill lo riconobbe. Una volta quest’uomo aveva studiato per diventare sacerdote cattolico romano, ma si era inasprito verso la religione in generale ed ora era diventato un ateo confesso. L’individuo si fermò ad ascoltare per un minuto, masticando un grosso pezzo di tabacco che riempiva la sua guancia. Alla fine lui disse: “Predicatore, continui a parlare della Bibbia come se fosse qualcosa di buono. Quella Bibbia è il libro più iroso che mai sia stato scritto. Essa è così ingannevole che non dovrebbe nemmeno essere permesso di metterla fra la letteratura pubblica”. 

Bill rispose: “Bene, questo è un paese libero. Voi avete diritto di dire la vostra opinione”. 

L’ex-sacerdote sputò un impasto marrone di succo di tabacco, quasi sui piedi di Bill. “Predicatore, credete realmente c’è un Dio”?

“Sì, signore, lo credo”. 

“Credete che questo Gesù fosse un Dio umano”?  

“Sì, signore. Io credo che Gesù Cristo era umano ed anche che Lui era Dio”. 

“Credete che Lui risorse dai morti in un corpo di natura umana”? 

“Sì, signore, lo credo”. 

L’uomo prese un’altra presa di tabacco e riempì la sua guancia. Se io potessi provarvi che non c’è tale cosa come un Dio umano, l’accettereste”?  

“Sì, signore, l’accetterei”. 

Le labbra dell’uomo si torsero in un ghigno astuto. “Va bene, predicatore ditemi quanti sono i sensi nel corpo umano”? 

“Suvvia, voi sapete quanti sono”. 

“Sì, ma voglio che voi li enunciate”. 

Bill li ripeté velocemente: “Vista, gusto, odorato, udito e tatto”. 

“Bene, se Gesù fosse un Dio umano, come voi dite che Lui è, allora uno di questi cinque sensi dovrebbe percepirlo. Non è vero”? 

La folla intorno a loro ascoltava con molta attenzione. Bill rispose accortamente. “Sembra abbastanza ragionevole. Perché” ?

“Hai mai visto il tuo Dio”? 

“Bene, sì. Una notte non molto tempo fa io”…

“Me Lo faccia vedere”, interruppe l’uomo. “Io non sto parlando della fede. Il mio senso della vista è lo stesso del suo”. 

 

Bill rispose: “Io lo vidi in visione”. 

“Allora mi faccia vedere la visione”. 

“Io non posso. Solamente Dio può mostrarla” –

“La verità è che voi non Lo avete mai contattato con i vostri cinque sensi”. 

“Io lo sento”. 

 “Bene, se voi Lo toccate, fatemelo toccare. Il mio senso del tatto è tanto buono quanto il vostro. Porti qui Gesù così che io possa toccarlo, poi crederò in Lui”. 

Turbato, Bill disse: “Io Lo tocco con il mio cuore”. 

L’ uomo controbatté: “Allora mi permetta di toccarlo col mio cuore”. 

“Se voi credeste” …

“Ora, non la vostra psicologia. Io voglio sapere la verità”. L’uomo sputò un altro grumo di tabacco ai piedi di Bill. 

Bill disse: “Per favore non sputi sul mio piede, signore”. 

L’ex sacerdote esultò. “Bene, predicatore, avete finito, non è vero? Voi non lo avete mai visto, sentito, assaggiato, odorato, o toccato. Perciò, se i cinque sensi non lo dichiareranno, non c’è tale cosa come Dio e voi dovreste finirla di ingannare queste persone con le vostre sciocchezze”. 

L’uomo aveva un argomento inamovibile. Bill stava pregando nel suo cuore per avere saggezza. “Signore, io credo che Lei abbia dei buoni argomenti”. 

L’uomo sorrise furbescamente. “Stai incominciando a ritornare in te, non è vero”? 

“Forse”, rispose, Bill. “Lei è realmente un uomo intelligente. Ha una buona mente”. 

L’individuo sputò di nuovo e ridacchiò, “Sicuro, io ho una buona mente. Mia madre non allevò mai sciocchi”. 

“Solo un minuto. Avete una mente”? 

“Bene, sicuro, io ho una mente. Non l’ha ognuno”? 

 “È una mente umana? “ Bill chiese. 

L’uomo sembrò confuso. “Qual è il problema con te, figliolo? 

Voi dovete aver perso la vostra. Chiaramente è mente umana”. 

Bill disse, “Allora se è una mente umana, uno dei sensi umani

dovrebbero dichiararlo. Non è così”? 

“Bene, io suppongo –

“Ha mai visto la sua mente”? 

Ora era la volta dell’ateo di essere agitato. “Bene…uh …

I dottori potrebbero”…

“Non il cervello”, Bill interruppe, “la mente… C’è una differenza tra il cervello e la mente. Il cervello è la parte che si puo vedere se guardate sotto il cranio; la mente sono i pensieri che il cervello pensa. E voi non avete mai visto la vostra mente, vero”? 

“No, penso di no, proprio no”. 

“Ha mai odorato la sua mente? O sentita? O assaggiata? O toccata? No, mai. Quindi secondo il vostro ragionamento, voi non avete nessuna mente”. 

“Io so che ho una mente”, disse agitatamente l’uomo. 

“Ed io so che ho Dio, disse Bill”, soddisfatto di aver fatto bene il suo punto. Poi lui pensò ad un finale intelligente. In mezzo alla folla di spettatori c’era un giovanotto che aveva una rosa appuntata al bavero. Bill prese in prestito la spilla e disse: “Ora vede il mio punto”? … E punse l’ex … sacerdote nel braccio.  “Ehi”!  “L’ha sentito”? Chiese Bill. 

“Chiaramente”, scattò, strofinandosi il braccio ed aggrottando le ciglia.  

Bill ridacchiò. “Divertente, io non ho sentito nulla”.  Anche le persone intorno a lui risero. 

“Lasciami conficcarti la spilla e poi la sentirai bene”.  

Ora Bill aveva portato il suo antagonista dove lui voleva. 

“Quello è precisamente il mio punto. Se accetterà allo stesso modo Cristo come io l’ho accettato, allora, Lo sentirà allo stesso modo che io Lo sento”. 

L’ateo se ne andò via, adirato e non convinto. Bill non fu sorpreso. Anche se lui era diventato Cristiano solamente da alcuni mesi, aveva testimoniato ad abbastanza persone da comprendere che lui non avrebbe potuto cambiare la mente alle persone con un buon argomento. La fede era una rivelazione che veniva da Dio.  



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