Owen Jorgensen

SOPRANNATURALE: La vita di William Branham

Un'aquila sul sentiero Troublesome River

Capitolo 52

1950



MENTRE L’ESTATE del 1950 lasciava il posto all’autunno, William Branham non poteva reprimere il suo crescente entusiasmo. La sua stagione preferita si stava avvicinando. Bill amava ottobre per la sua passione, perché ottobre significava stagione di caccia; la stagione di caccia gli portava un cambiamento, una sfida e un periodo di libertà.

La caccia significava per Bill non solo una pausa dal suo programma fitto d’appuntamenti. La caccia lo riportava alle sue radici. Da ragazzo, la natura lo aveva sostenuto emotivamente, era stata la sua consolatrice, la sua felicità e il suo equilibrio. Era l’unico posto, nella sua travagliata infanzia, dove aveva vissuto la pace della mente. La natura gli dava ancora pace. La caccia gli dava la possibilità di sfuggire alla costante richiesta del suo pubblico ministero e di avere un piacevole tempo di comunione con il suo Creatore e la bellezza della perfetta creazione di Dio. Il campeggio gli dava tempo per rilassarsi, per riflettere, per cercare dentro di sé il vero scopo della sua vita, gli dava il tempo di esaminare i suoi obiettivi, le sue motivazioni e vedere se era ancora sul sentiero giusto. L’aria fresca di montagna lo ringiovaniva, corpo, mente e spirito.

Bill andava a caccia ogni autunno e anche nell’ottobre del suo matrimonio con Meda, nel 1941, non aveva infranto questa tradizione, ma semplicemente aveva combinato il suo viaggio di nozze con il viaggio di caccia. Dopo quell’escursione, Meda decise che non gli piaceva quel tipo di vacanza, così non andò mai più a caccia con suo marito. Di conseguenza, in tutti gli anni del loro matrimonio, Bill e Meda non trascorsero mai il loro anniversario insieme, perché il giorno 23 ottobre, Bill era sempre stato in campeggio, lontano dalla civiltà. Quando Bill era giovane, cacciava vicino a casa. Ma negli ultimi anni – da quando la sua vita si svolgeva sull’intero continente nord americano – Bill trascorreva le sue vacanze di caccia sulle montagne rocciose del Colorado. Ecco dove era diretto anche quest’anno, nell’ottobre 1950.

Era a caccia di alci. La stagione era aperta da una settimana, così i branchi d’alci avevano già lasciato il fondovalle; ma tutto questo era nei piani di Bill. Sapeva che, non appena i primi colpi della stagione  venivano sparati, gli alci si spostavano sulle vette, dove era più difficile raggiungerli. La maggior parte dei cacciatori non aveva né il tempo né l’energia di seguire i branchi in quei luoghi impervi. Bill li aveva entrambi. Lui e un amico cavalcarono nella valle del Troublesome river, accampandosi dove il fiume si diramava, almeno a 320 Km dalla città più vicina e a 50 Km dal più vicino avamposto della civiltà.

La mattina seguente, i due uomini si separano. Bill seguì un ramo del fiume che porta nella parte alta del territorio, mentre il suo amico seguì l’altro ramo. Programmarono di girare intorno ad una particolare montagna e di incontrarsi dopo alcuni giorni.

Bill s’avviò attraverso il fitto sottobosco e nei boschetti di pioppo, costeggiando il Troublesome River . Quando diventò impossibile seguire il sentiero, Bill lasciò il fiume e seguì un burrone, cavalcando su per ripidi pendii coperti d’abeti rossi, larici, cedri e pini. Quando, infine raggiunse il limite della vegetazione arborea, decise di smontare. Non era ancora nevicato quest’anno, così i branchi d’alci erano ancora sparsi qui, tra le alte vette. I cavalli in queste radure avrebbero attirato troppa attenzione. Avrebbe avuto una maggiore possibilità di sparare ad un maschio d’alce se fosse andato a piedi. Bill legò i suoi due cavalli e diede loro abbastanza corda in modo che potessero foraggiare in sua assenza. Poi, con il fucile in mano, trascorse il resto della giornata facendosi strada attraverso i massi lungo la vegetazione arborea, rimanendo tra i sempreverdi per nascondersi il più possibile.

Quel pomeriggio un’unica nube di temporale ribolliva sopra il frastagliato orizzonte. I fulmini elettrificavano l’aria e i tuoni crepitavano, così che sembrava come se la montagna si dovesse spaccare in due. La pioggia iniziò a cadere. Bill si rifugiò sotto un ampio albero dai rami cespugliosi, che lo tenne asciutto, come se fosse stato sotto un ombrello. Appoggiò il suo fucile contro il tronco e si mise ad osservare tutta la valle, pensando a quanto era grande e buono il suo Creatore e Signore.

Dopo 20 minuti, la pioggia cessò. Un freddo vento soffiava giù dalla vetta, congelando le gocce di pioggia mentre cadevano sui rami, rivestendo gli alberi della valle con migliaia di piccoli ghiaccioli. Era un panorama mozzafiato. Il sole avanzava lentamente verso il basso, sotto le nuvole, fino a quando toccò le vette dell’ovest, bagnando il mondo di una luce arancione intensificata dalle ombre e delineando chiaramente le frastagliate cime delle montagne contro il cielo. Un arcobaleno si arcuava in tutta la valle. La gioia di Bill salì al culmine di quell’arco. Disse ad alta voce, “Oh, grande Geova Dio, ecco il tuo arcobaleno nel cielo; quel meraviglioso patto del Vecchio Testamento con il Tuo popolo, dove Tu hai promesso che non avresti mai più distrutto nuovamente la terra con un diluvio”. Poi pensò al capitolo l0 di Rivelazione, che descrive un arcobaleno che copre il capo di Cristo, a significare il patto del Nuovo Testamento. Che era il più bello di tutti – un patto di sangue, in cui Dio promise di salvare tutti coloro che avessero guardato al sacrificio di Suo Figlio, Gesù Cristo. Le lacrime colavano sulle guance di Bill, mentre pensava.

Il branco d’alci doveva essersi disperso durante il temporale. In lontananza, Bill poteva sentire i maschi chiamarsi l’un con l’altro. Da qualche parte tra le vette, ma non troppo lontano – Bill sentì un lupo grigio ululare. La sua compagna rispose dal basso. Bill sentì l’eredità di sua nonna crescere dentro di lui – il sangue indiano Cherokee, per il quale, Bill credeva fosse il motivo del suo profondo amore per la natura. Le montagne respiravano con la potenza di Dio; sembrava come se il suo Creatore lo chiamasse da ogni ago di pino o dalle rocce. Bill non poteva più trattenersi. Si mise a correre intorno all’albero così veloce, tanto quanto le sue gambe potevano andare, gridando lodi a Dio il più forte che la sua voce poteva  gridare. Infine si fermò appoggiandosi contro il tronco nodoso per riprendere respiro. A cinquanta metri più in giù dal pendio, uno scoiattolo sedeva su di un tronco chiacchierando incessantemente.

“Per quale motivo sei così eccitato, amico”? Chiese Bill. “Non ti farò del male”. 

Bill notò che lo scoiattolo non guardava nemmeno nella sua direzione. Lo seguì con lo sguardo giù dal pendio diagonalmente in un luogo, dove diversi alberi morti si erano rovesciati e lì vide ciò che aveva catturato l’attenzione dello scoiattolo. La tempesta aveva fatto atterrare una grande aquila dalla testa bianca, che muovendosi di qua e di là usciva fuori da alcuni cespugli, poi si fermò in una radura, guardando avanti e indietro tra l’essere umano e lo scoiattolo.

Bill disse: “Dio, io Ti vedo nei sempreverdi e nelle cime frastagliate; Ti vedo nella tempesta, nel vento, nel tuono, nel fulmine, e nella pioggia; Ti vedo nel tramonto e nell’arcobaleno, ma non Ti vedo ancora in quest’aquila. È solo un animale. Perché hai diretto la mia attenzione verso quest’uccello”? 

Egli notò l’aquila che appariva bella e calma. Pensò: “So che Dio vuole cristiani coraggiosi, quando si tratta di credere alla Parola di Dio. Mi chiedo se Dio vuole che osservi quest’aquila perchè non ha paura. Credo che scoprirò, quanto sia realmente coraggiosa”. Ad alta voce disse: “Perché non hai paura di me? Non sai che posso spararti”?

Non appena Bill parlò, l’aquila ignorò lo scoiattolo e guardò solo all’essere umano. Bill finse d’afferrare il suo fucile. L’aquila non si scompose. “Ancora non hai paura? Mi domando perché”? Poi vide l’aquila flettere due volte le ali in un lento, grazioso movimento circolare. “Ora vedo il motivo per cui sei così coraggiosa. Dio ti ha dato quelle due ali in modo che tu possa uscire da una situazione di pericolo e hai fiducia nel dono che Dio ti ha dato. Non importa quanto potrei essere veloce con il mio fucile, voleresti in quei cespugli prima che io possa sparare . Finché hai quelle ali, tu sai che sei al sicuro. E fintanto che posso sentire il movimento dello Spirito Santo nella mia vita, so che anch’io sono protetto”. 

L’aquila e l’uomo si guardarono a vicenda molto a lungo con rispetto reciproco. Infine il grande uccello guardò lo scoiattolo che stava ancora chiacchierando incessantemente. L’aquila sembrava disgustata da queste costanti chiacchiere. Balzando in aria, compresse due volte le ali e poi le dispose per catturare il vento. Non sbatté mai le ali di nuovo; la corrente d’aria la sollevò sempre più in alto nel tramonto.

Bill guardò l’aquila fino a quando fu solo un punto di matita alto nel cielo. Il sole, ormai era calato in una sella tra due vette, ricordandogli il grande Onniveggente occhio di Dio, che guarda con approvazione la sua creazione. Bill sollevò le mani e adorò, “Padre Celeste, com’è meraviglioso il Tuo creato. Aiutami ad essere come quell’aquila. Aiutami a lasciare dietro di me tutte queste chiacchiere-chiacchiere-chiacchiere legate alla terra. Insegnami come porre le mie ali nella potenza di Dio e sollevarmi nello Spirito a qualsiasi altezza Tu mi abbia chiamato ad andare”. Quella sera, seduto a gambe incrociate davanti al fuoco del bivacco, Bill tolse la sua Bibbia consumata della bisaccia, aprì in Esodo 19, e lesse:

...Israele si accampò di fronte al monte. Mosè salì verso Dio e il SIGNORE lo chiamò dal monte dicendo: «Parla così alla casa di Giacobbe e annunzia questo ai figli d’Israele: “Voi avete visto quello che ho fatto agli Egiziani e come vi ho portato sopra ali d’aquila e vi ho condotti a Me. Dunque, se ubbidite davvero alla Mia voce e osservate il Mio patto, sarete fra tutti i popoli, il Mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è Mia”;

Come sembrava sorprendente che Dio comparasse il suo profeta Mosè alle ali delle aquile. Ma dopo quello che Bill aveva visto oggi, non fu sorpreso. Egli sapeva che l’aquila aveva la vista più acuta di ogni altra creatura del regno animale, il che significava che era in grado di volare più in alto e vedere più lontano di qualsiasi altro uccello. E non è questo che un profeta è stato chiamato a fare?  Per vedere più lontano di chiunque altro, sia nel passato o nel futuro, o addirittura nella mente di Dio?

Bill pensava alle visioni che gli avevano consentito di vedere nel passato e nel futuro. Egli sapeva che tale dono non era per il proprio uso personale, ma piuttosto era per il beneficio della chiesa di Gesù Cristo in tutto il mondo. Ma qual era il suo scopo ultimo? Bill ricordò la voce al fiume che disse: “Come Giovanni Battista è stato inviato a precedere la prima venuta di Gesù Cristo, così tu sei inviato a precedere la Sua seconda venuta” Che cosa significava esattamente? Questo ministero, stava gettando un fondamento per qualcosa di gigantesco? Era la venuta di Gesù Cristo vicina?

Trasportato da questi pensieri, Bill s’innalzò più in alto dell’aquila, nei cieli dove gli atomi si diradavano, passò la luna e i pianeti, passò la Via Lattea, fino a galleggiare tra le innumerevoli galassie, in un universo così vasto che i suoi sensi mortali erano inutili. Gli sembrò un peccato dover tornare sulla terra, ma il fuoco si era spento, facendolo rabbrividire per la fredda aria di montagna. Attizzò la brace fino a che le fiamme avvamparono di nuovo, poi gettò su un altro ceppo e il fuoco si accese di nuovo, caldo e vivace.

Mentre Bill guardava il fuoco e le scintille, pensava al fuoco soprannaturale che accompagnava i suoi meeting. Com’era differente da questo fuoco terreno. Molte volte egli aveva cercato di descrivere il fenomeno alle persone, ma la sua descrizione era sempre al di sotto della realtà. La dimensione di questa luce poteva avere un diametro di 30 cm. o più. Talvolta era sferica, come una stella, a volte sembrava cilindrica e stava in posizione verticale come una colonna di fuoco; altre volte era piatta e posta orizzontalmente, ruotando come una galassia della Via Lattea in miniatura. Talvolta sembrava di color ambra, ma altre volte brillava di color smeraldo o verde giallognolo. A volte brillava con tutti i colori dell’arcobaleno. Di notte, durante le campagne di guarigione, quando si allontanava dal lato di Bill e andava sul pubblico, era scintillante come un flash di macchina fotografica che non si dissolve. Poi ruotava e pulsava come se avesse una potenza viva, facendo un suono forte come di un vento vorticoso. C’era molto di più in questa luce che dimensione e colore. Anche se Bill non poteva vederla, sapeva quando era vicina. Egli poteva sentirla irradiare una presenza, indescrivibile in termini umani.

L’angelo del Signore sembrava essere intimamente connesso con quella luce soprannaturale. Bill trovò l’angelo del Signore altrettanto indescrivibile. Vero, c’erano alcuni aspetti che poteva definire, come le spalle, la lunghezza dei capelli e la carnagione scura. Ma quando Bill cercò di delineare il carattere in quel volto soprannaturale, non trovò le parole. Come poteva descrivere quella pace e gentilezza coesistere con tale schiacciante potenza? Il paradosso lo sconcertava ... Eppure era solo una delle tante cose che Bill non riusciva a comprendere a riguardo di quell’essere soprannaturale. Egli non sapeva il nome dell’angelo. Pur sapendo che l’angelo non era il Signore Gesù Cristo, Bill non comprendeva la connessione tra l’angelo e la luce soprannaturale che roteava sopra di lui. Più di tutto, perché quest’angelo veniva a lui? Dove lo avrebbe condotto?

Bill si dimenò nel suo sacco a pelo e tirò il tessuto sopra le sue spalle. Sdraiato supino, guardava il cielo limpido e stellato. Intorno a lui alti alberi di pino nero puntavano verso il cielo. La costellazione d’Orione, il Cacciatore, decorava la parte orientale del cielo. Sopra Orione brillava la piccola scatola di stelle nota come le Pleiadi, o le Sette Sorelle. Bill pensò a come il profeta Giobbe guardava queste stesse due costellazioni cinquemila anni prima. Come Bill spostò lo sguardo verso la stella Polare, notò la luce lampeggiante sull’ala di un aereo in viaggio verso est. Pensare a quell’aereo lo rese nostalgico. Come gli mancavano la moglie e i figli. Lui e Meda si erano sposati nove anni prima, nell’ottobre del 1950. Tra cinque mesi avrebbero avuto un altro bambino. Sarebbe stato bello vedere di nuovo la famiglia, anche se lui sapeva ... qui sospirò. Come vagavano curiose le sue emozioni in questo campo. Ogni volta che era in viaggio, avrebbe voluto essere a casa con la sua famiglia, ma dopo un paio di settimane a casa, bramava sempre essere di nuovo in viaggio. Senza dubbio il Signore gli aveva dato questo tratto di personalità che lo aiutava a fare il lavoro di evangelista. Egli ricordò la visione che Dio gli mostrò quella mattina, quando mise la pietra d’angolo per il Tabernacolo Branham. Nella visione vide l’edificio ultimato pieno di persone, il che, naturalmente lo eccitò. Poi l’angelo del Signore lo scioccò dicendo: “Questo non è il tuo tabernacolo”. L’angelo lo portò su, sotto un cielo blu chiaro e gli disse: “Questo è il tuo tabernacolo”. Passo dopo passo, si avverrò. Dal suo umile inizio come pastore di una chiesa di una piccola città, il suo ministero crebbe fino a ricoprire l’intero continente nord-americano ed ora stava diffondendosi in Europa, Africa e oltre.

Un altro aereo apparve nel cielo notturno, questo si dirigeva verso l’ovest. Bill si chiedeva da dove provenisse, il pensiero tornò al suo inizio. Ricordò quel piccolo ragazzo scalzo, costretto a portare l’acqua su di un colle, al suo papà produttore d’alcool di contrabbando. Lo shock aveva segnato per sempre quel giorno nella sua memoria. Egli ricordò la sua depressione e le lacrime, il silenzio, l’albero di pioppo, il vortice; la voce che diceva: “Non bere mai, o fumare, o contaminare il tuo corpo in qualsiasi modo. Ci sarà un lavoro da fare per te, quando sarai più grande”. Bill pensò spesso a queste parole durante la sua travagliata infanzia e adolescenza. In un’occasione, quando egli provò a bere whisky e un’altra volta, quando aveva provato a fumare una sigaretta, il suono del vortice gli aveva ricordato in fretta queste parole, fermandolo dal ripetere gli errori del padre.

La sua era stata un’infanzia difficile, piena di povertà, di rifiuto, e confusione. Egli non trovò pace, finché, da giovane, arrese la sua vita al Signore Gesù Cristo. La confusione non scomparve, finche non ebbe incontrato l’angelo del Signore faccia a faccia. Quella notte, del 7 maggio 1946, rimase indelebilmente impressa nella sua memoria – la grotta, il buio, la sua agonia mentale e la disperazione e la luce; i passi; l’uomo che uscì da quella luce; la paura di Bill che si sciolse nella pace appena l’angelo disse: “Non temere”; e il suo messaggio – Bill non avrebbe mai dimenticato le parole dell’angelo, “Sono stato inviato dalla presenza di Dio Onnipotente per dirti che la tua peculiare nascita e la tua vita non compresa, stanno per indicare che sei stato chiamato per portare un dono di guarigione Divina ai popoli del mondo”.

Successe proprio come l’angelo gli aveva detto che si compierebbe. Nel 1946, Bill era uno sconosciuto predicatore, di una piccola città. Nel 1950, solo quattro anni più tardi, egli era così ben conosciuto e rispettato, che re ed alti funzionari desideravano le sue preghiere. I ministri di diverse confessioni gli fecero la stessa richiesta: “Vieni nella nostra città a tenere una campagna di guarigione per noi”. Aveva più richieste dai ministri che un anno le notti. Le domande per i suoi servizi sembravano interminabili. Egli sapeva il perché. Proprio come l’angelo aveva promesso, il segno nella sua mano preparò la strada per il discernimento per visione, risvegliando milioni di persone alla realtà di Gesù Cristo come l’Iddio che conosce tutto.

Il rumore dell’aereo crebbe più forte. Come sembrava fuori posto in questa remota foresta. metà strada tra i due orizzonti. Bill pensò, come la sua stessa vita, probabilmente aveva raggiunto il suo punto centrale. Il suo ministero aveva raggiunto lo zenit? Finora, attraverso il suo ministero aveva visto Gesù Cristo guarire ciechi, sordi, muti e storpi, e tutte le malattie immaginabili, anche la resurrezione dei morti. Quali cose più grandi potrebbero avvenire? Naturalmente si aspettava che simili miracoli lo seguissero anche in Sud Africa, perché il Signore lo aveva specificamente diretto in quel paese attraverso la spettacolare guarigione di Florence Nightingale Shirlaw. Che sarebbe, se satana avesse preparato una trappola per lui. Cosa potrebbe fare satana per sconfiggerlo, soprattutto ora che era stato avvertito?

Bill guardava la luce lampeggiante sull’ala sopra di lui, mentre l’aereo voltava verso l’orizzonte occidentale. Si chiedeva dove stesse dirigendosi – Tucson, in Arizona, Los Angeles, in California? Bill pensava a quanto amava questi stati dell’ovest. Poi si ricordò, quando anni prima, un’astrologa, un’estranea, gli aveva detto la data del suo compleanno, gli aveva descritto la sua aura e poi gli disse che il suo destino era all’ovest. Ciò era strano, perché molte delle sue visioni avevano qualcosa a che fare con l’ovest. Quando a 14 anni aveva avuto quell’operazione per rimuovere i pallini di fucile dalle sue gambe gonfie, aveva visto una visione di se stesso in una prateria all’ovest, con le mani sollevate verso una croce che irraggiava luce nel suo cuore e nella sua anima. Dopo che Sharon Rose e Hope morirono, egli aveva sognato che andava all’ovest su un vecchio carro coperto. Sharon Rose, una giovane donna, lo aspettava vicino alla ruota rotta del carro e gli indicò un palazzo dove Hope lo aspettava. Nel sogno il sole stava tramontando, mandando raggi di luce arancione nel cielo. Più tardi, dopo che aveva sposato Meda, vide una visione dove stava camminando a nord-est e l’angelo del Signore lo girò in modo che egli andasse nella direzione ovest. Egli passò attraverso una montagna andando in un vasto deserto, dove trovò una tenda gigantesca o cupola di cattedrale che copriva un mucchio di Pane della Vita. L’angelo disse di nutrire di questo Pane le migliaia di persone che venivano da ogni direzione, attraverso il deserto. Bill ricordò anche il sogno di sua madre circa le sei colombe, che scendevano dal cielo in forma di lettera “S” e che atterrarono sul suo torace. Nel sogno Bill stava costruendo una casa all’ovest.

Per Bill fu chiaro da questi indizi, che il suo destino l’aspettava all’Ovest. Ma, che tipo di destino poteva essere? Che cosa poteva superare le visioni, le guarigioni e i miracoli che erano già avvenuti nel suo ministero?

L’aereo uscì dalla vista oltre l’orizzonte, all’ovest. Bill non poteva vedere nemmeno sopra il proprio orizzonte. Non poteva vedere come astutamente satana aveva posto una trappola per lui in Sud Africa e quando sarebbe venuto a distruggerlo. Né egli poteva prevedere il momento in cui non ci sarebbe più una costante domanda per i suoi servizi. Egli non poteva sapere che Dio lo avrebbe chiamato ad un più elevato ministero che l’evangelizzazione. In questa fredda serata d’ottobre dell’anno 1950, William Branham non avrebbe mai potuto immaginare che il sentiero degli eventi soprannaturali lo avrebbero portato all’ovest, a Sunset Mountain in Arizona. Là avrebbe finalmente incontrato il suo destino e avrebbe tremato con riverenza alla sua grandezza, perché avrebbe tuonato con una Voce che avrebbe scosso la terra.



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