Owen Jorgensen
SOPRANNATURALE: La vita di William Branham
Il Rimprovero dell'angelo
Capitolo 37
1947
Nel maggio del 1947, William Branham fu coinvolto nel miracolo più rilevante che avesse mai visto. Stava tenendo una di settimana di riunioni sotto la tenda a Vandalia, Illinois. Come al solito, la folla inondò la tenda situata nel parcheggio. La prima sera fece la stessa sfida che solitamente faceva al pubblico in ogni città, sin dalla riunione spagnola a Phoenix il mese prima. Egli disse: “Portatemi il caso più grave che potete trovare e datemi abbastanza tempo per pregare per quella persona, vi garantisco che Gesù Cristo la guarirà prima che lasci la piattaforma”.
Una donna avanzò accompagnando un ragazzo di 16 anni. Lei s’inclinò in avanti e bisbigliò qualcosa nell’orecchio di Bill. Giratosi al microfono, Bill annunciò: “La madre del bambino dice che suo figlio è nato cieco”.
Dal pubblico sorse un mormorio carico di tensione come se si chiedessero, “Potremmo noi pretendere tanto da Dio”? Bill credeva che Dio l’avrebbe fatto. Egli aveva visto molti miracoli nell’anno passato e sapeva che con Dio, veramente tutte le cose erano possibili per coloro che credono. Posando le mani sulla spalla del ragazzo cieco, pregò per un miracolo nel Nome di Gesù.
I minuti passarono… mezz’ora... poi un’ora... poi un’ora e mezza... senza risultati. La pioggia scrosciava sul tetto di tela della tenda. La folla era irrequieta. Senza dubbio molti si stavano chiedendo per quanto tempo quest’evangelista potesse continuare a pregare di fronte a tale apparente impossibilità. Dopo tutto, il ragazzo era nato cieco. La fede di Bill non vacillò mai, né lui attenuò la sua semplice preghiera. Egli ricordò le parole dell’angelo: “Se tu sarai sincero e puoi arrivare a farti credere dalle persone, niente potrà opporsi alla tua preghiera, perfino il cancro”.
Dopo un’ora e quarantacinque minuti di preghiera, il ragazzo cominciò a muoversi. Scosse la testa alla sinistra, poi alla destra. Con uno strillo, si liberò con uno strattone dalla presa di Bill, saltando di nuovo tra le braccia della madre. Lei lo trattenne stretto a se, mentre lui strillava con incontrollabile eccitamento, ondeggiando il braccio in ogni direzione, additando le luci e poi a diversi oggetti intorno a lui. Poteva vedere! La fede di guarigione fluttuò nella folla come un’onda nella potenza di Gesù Cristo.
Centinaia di miracoli avvennero tutti in una volta, persone storpie si alzavano dalle sedie a rotelle, o gettavano via le loro grucce, o saltavano fuori dalle barelle. Nulla sembrava impossibile.
Dopo che il servizio finì, gli uscieri raggrupparono tutte le sedie a rotelle vuote e le grucce e le misero tutte in un mucchio. Bill stette dietro al pulpito, guardando questo lavoro con gioia e soddisfazione. Una donna e un ragazzo avanzavano per il corridoio coperto di segatura verso di lui. Era il ragazzo nato cieco. Ora lui conduceva sua madre sui gradini della piattaforma.
Gli occhi del ragazzo erano umidi dall’emozione. “Ho detto a mamma che volevo vedere l’uomo che aprì i miei occhi”.
Bill sorrise. “Io spero che lo vedrai un giorno o l’altro, perché fu il Signore Gesù Cristo che aprì i tuoi occhi”.
Il ragazzo mise la sua mano dietro alla cravatta di Bill e la tirò via dal torace di Bill. “Queste cose qui, sono queste, che lei chiama strisce« stripes »”? La madre del ragazzo, dietro di lui, scoppiò in lacrime di gioia. (Il fratello Branham aveva la cravatta a righe. In americano con la parola stripes si intende anche lividure Ed.)
Isaia:53:5: But he was wounded for our transgressions, he was bruised for our iniquities: the chastisement of our peace was upon him; and with his stripes we are healed.
Isaia:53:5: Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione.
Quando Bill ritornò alla camera dell’albergo, erano le due di mattina. Lui condivideva la stanza con suo figlio Billy Paul e suo fratello Donny. Donny Branham di vent’anni, era il fratello più giovane di Bill che stava aiutandolo nelle riunioni, distribuendo i biglietti di preghiera in ogni servizio e lo aiutava ad organizzare e a dirigere le persone per formare la linea di preghiera. Billy Paul di undici anni era venuto per divertimento. Siccome la scuola era quasi finita, Bill lo avrebbe lasciato giocare per tutta l’estate.
Questa camera d’albergo in Vandalia aveva due letti matrimoniali. Donny e Billy Paul stavano già dormendo in uno. Indossato il pigiama, Bill si trascinò nell’altro letto e si addormentò immediatamente.
Ad un certo punto, durante la notte, qualcosa lo svegliò bruscamente.
“My, è già mattina”? Si chiese, guardando un bagliore di luce crescere nella stanza oscura. “Mi sembra come se fossi appena andato a dormire”. Ehi aspetta un attimo. La finestra è dall’altra parte della stanza. C’è solo un muro di là”.
La luce divenne ancora più intensa. Ora sembrava di più ad una luminescente nuvola, dai contorni non ben definiti. Bill riconobbe che era uno spirito; ma che tipo di spirito fosse, egli non sapeva definirlo. Quando pregava per gli ammalati, molti demoni si staccavano dai loro ospiti, e non era raro per alcuni di questi spiriti di seguirlo nel suo albergo, quando il servizio era finito. Qualche volta li sentì nella sua stanza per ore; altre volte li sentì fare rumori che sembravano campane tintinnanti.
Saltato fuori dalle coperte, Bill s’inginocchiò a lato del letto, chiuse gli occhi e pregò mentre il suo cuore batteva per il terrore del soprannaturale. Egli sentì la pressione dello spirito avvicinarsi. Quando arrivò ai piedi del letto, riconobbe che era l’angelo del Signore, perché sentiva la stessa sensazione che aveva sperimentato nella sua caverna l’anno prima, quando incontrò l’angelo che gli diede la commissione. Era una sensazione differente dagli spiriti demoniaci che lui aveva combattuto nelle linee di preghiera. Quegli spiriti li percepiva cattivi e minacciosi. Questo Spirito lo sentiva Santo e gli ispirava un timore riverenziale.
Bill disse: “Oh, Padre Celeste, puoi dirmi per che cosa hai inviato il Tuo angelo? Il Tuo servo ti ascolta”.
La risposta non venne immediatamente. Bill aspettò. Dopo cinque minuti, Bill sentì l’angelo avanzare vicino a lui fino a librarsi sopra il letto di fronte a lui. Poi, chiaramente, Bill udì la profonda e risonante voce dell’angelo dire: “La tua commissione era di pregare per gli ammalati. Tu stai relegando troppo il dono di guarigione allo spettacolo dei miracoli. Se continui così, avverrà che le persone non ti crederanno a meno che loro non vedano un miracolo”.
Queste parole non erano state dette con un tono duro, tuttavia si conficcarono nel cuore di Bill come un coltello. Egli pensò alle sfide che stava facendo nelle sue riunioni dal mese scorso: “Portatemi il caso più grave che potete trovare e datemi abbastanza tempo da pregare per quella persona, io vi garantisco che Gesù Cristo lo guarirà prima che”... Bill non sapeva che facendo quella sfida dispiaceva al Signore; egli voleva solo esaltare la potenza di Gesù Cristo davanti alle persone. Ma le buone intenzioni non sempre sono quelle giuste. Umilmente Bill disse: “Non lo farò mai più, aiutami Dio”.
Percepì che l’angelo stava allontanandosi da lui. Aprendo gli occhi, Bill vide che si era fermato a metà stanza, tra il letto ed un piccolo lavandino nell’angolo. Era sospeso nell’aria, girando e pulsando con tutti i colori dell’arcobaleno. Bill l’osservò per un po’. Egli si sentì alleviato, come se il suo peccato fosse stato perdonato. Poi disse d’impulso, “Ti dispiace, Signore, farti vedere dal mio piccolo ragazzo”?
Questa non era una richiesta priva di senso. Sin da quando Bill aveva cominciato a viaggiare da una parte all’altra degli Stati Uniti, Billy Paul era ossessionato dalla possibilità di perdere suo padre. Spesso, partendo, Billy Paul implorava, “Papà, non mi lasciare. La mamma è morta, cos’altro ho sulla terra oltre a te? Io ho così paura che andando via non ritorni mai più”. Chiaramente, Bill cercava di riassicurarlo. Tuttavia, a Bill venivano sempre dei ripensamenti circa l’andare. Poi lui considerava quello che disse Gesù _ “Chiunque non è disposto a lasciare ogni cosa per seguirMi non è degno di essere Mio discepolo” e Bill partiva in ogni caso. Non era facile lasciare suo figlio in tale angoscia. Ora, inginocchiato accanto al suo letto in Vandalia, Illinois, con quella luce soprannaturale a mezz’aria e Billy Paul addormentato sul letto accanto, Bill pensò che se suo figlio poteva vedere per una volta l’angelo del Signore, forse Billy Paul avrebbe compreso quanto fosse importante per suo padre lasciarlo a volte, per fare l’opera del Signore.
Anche se l’angelo non rispose direttamente alla domanda di Bill, rimase lì. Bill prese questo intendendo che andava bene. Non volendo muoversi per la stanza, Bill tentò di svegliare Billy Paul con un forte fruscio, “Billy. Psst... Billy”! Il ragazzo non si mosse, così Bill provò con suo fratello. “Donny. Donny”! Non c’era risposta. Bill raccolse il suo cuscino e lo gettò sul vicino letto. Colpì la testa di Donny facendolo muovere abbastanza da togliersi il cuscino dalla faccia. “Donny”! Bill disse di nuovo sottovoce.
Egli borbottò di rimando, “Sì, co-sa, v-uoi”?
“Donny, sveglia Billy per me. Intontito, Donny sedette sul letto così da poter scuotere Billy Paul. “Billy, svegliati. Tuo papà ti vuole”.
Billy Paul si girò e aprì le palpebre a metà via. "Che cosa vuoi papà"?
Donny si coricò di nuovo, poi vide la luce soprannaturale che brillava nell'aria. Strillò di terrore e si girò dal lato del letto opposto all'angelo. Ciò svegliò di colpo Billy Paul. Quando il ragazzo vide la luce, strillò. Saltando fuori dal letto, Billy Paul si lanciò nelle braccia di suo padre, gridando, "Non permettergli di prendermi, papà! Non permettergli di trovarmi".
Bill strinse suo figlio tremante vicino al suo cuore e lo riassicurò: “Tesoro non ti farà male. È l’angelo del Signore che guida tuo papà. Lui è venuto per parlarmi ed io gli ho chiesto se tu potevi vederlo così non saresti preoccupato quando tuo papà ti lascia per lavorare per il Signore”.
Billy Paul guardò di nuovo quella luce soprannaturale. Questa volta vide un uomo con una bianca veste in piedi sul pavimento con le sue braccia conserte ed il suo sguardo fisso e grave che guardava nella sua direzione. Improvvisamente l’uomo si rinchiuse in una nebbia bianca che schizzò fuori dalla stanza alla velocità della luce. Abbastanza stranamente, là sembrò esserci un arcobaleno – come un bagliore residuo sospeso nella stanza, là dove c’era l’angelo.
La mattina Bill guardando dalla finestra della sua camera osservava le macchine della polizia avvicinarsi, conducendo un corteo di autocarri da bestiame bovino, caricato con sedie a rotelle, grucce, barelle e apparecchi ortopedici, residui dello scorso servizio di guarigioni. Dietro agli autocarri marciavano le persone che avevano gettato via questi accessori artigianali. Loro stavano cantando il motivo ricorrente di Bill, “Solo credi, solo credi, tutte le cose sono possibili, Solo credi”.
Bill pianse dalla gioia, pensando alla fede di tutte quelle persone che era stata ispirata la sera scorsa dal miracolo della guarigione del bambino nato cieco. Veramente, un’ora e quarantacinque minuti erano un tempo lungo per pregare per una sola persona, mentre c’erano più di un centinaio in attesa per la preghiera. Ma non era questa sfilata, la dimostrazione che lo sforzo ne valeva la pena?
La sera scorsa Bill pensò di aver capito l’ammonizione dell’angelo. Questa mattina lui non era così sicuro se realmente l’avesse capita.